«Rospo», «malattia morale»: Padre Spadaro non apre le mura vaticane a Salvini

31 Mag 2019 16:10 - di Adriana De Conto

La “guerra” non è finita. E’ tornato all’attacco di Salvini padre Antonio Spadaro, il gesuita e direttore de La Civiltà Cattolica che aveva tuonato contro l’uso dei simboli religiosi in campagna elettorale. Nonostante l’aria sia cambiata, nonostante  il  cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, avesse indicato pochi giorni fa un’apertura al dialogo con il vicepremier, arriva un nuovo attacco al vicepremier. Imbarazzante. Non è bastata, anzi è stata ignorata del tutto la “tregua”  indicata da Parolin, che  presumibilmente rispecchia la visione del  Papa stesso. Ad  ignorarla è ancora una volta Antonio Spadaro il cui attacco piomba come un macigno sul lavoro delle diplomazie. E’ il quotidiano La Verità, a “pizzicare” l’intervento di padre Spadaro su Famiglia Cristiana.

«C’è un rospo nel nostro Paese»

Mentre la Curia romana è al lavoro per favorire l’ incontro con il Pontefice e il leader leghista, il direttore di Civiltà Cattolica – definito in Vaticano “l’ uomo che sussurra al Papa” – torna all’attacco con parole durissime: «C’è un rospo, una malattia morale nella pancia del nostro Paese che insidia anche la nostra Chiesa», tuona l’intelletuale su Famiglia Cristiana. Il settimanale che-  ricordiamo – è entrato ormai nella memoria collettiva con il titolo apocalittico “Salvini, vade retro”.

Padre Spadaro alle Crociate

Continua Spadaro: «Se l’ usurpazione politica dei simboli religiosi di fratellanza viene considerata accettabile; se davanti a un uomo che affoga, un cristiano accetta di imporre una penale a chi lo salva – leggiamo su la Verità – se il nazionalismo contraddice l’ essenza stessa dell’ universalità propria del cattolicesimo, ciò significa che la coscienza cristiana è stata hackerata, geneticamente modificata». «Oggi – conclude – ci si salva solo facendo due cose, comprendendo meglio il grido della gente e invocando lo Spirito Santo». Un intervento che la dice lunga sull’unità della Curia romana…

 

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