Rixi se ne va e dà uno schiaffo a Toninelli: «Lavorare con lui è impossibile»

31 Mag 2019 10:51 - di Franco Bianchini

«I giudici sono andati giù pesante, hanno decretato una condanna superiore alle richieste dei pm e perfino l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Che dire? Sono senza parole. Vengo trattato come un criminale e questo senza aver commesso alcun reato». Lo dice l’ex sottosegretario Edoardo Rixi, in un colloquio con il Messaggero, non nascondendo il fatto di essere «amareggiato, profondamente amareggiato».

Rixi si toglie i sassolini dalle scarpe

«Lascio quasi volentieri – si sfoga – . Continuare a lavorare accanto a Toninelli era praticamente impossibile. Ha tolto le deleghe a Siri in due ore senza neppure una telefonata e senza che Armando avesse ricevuto neppure un avviso di garanzia. E queste cose hanno pesantemente incrinato il rapporto di fiducia: non si può provare a risalire la china infangando gli alleati, sacrificando rapporti umani e progetti costruiti insieme». Rixi si toglie sassolini dalle scarpe: «Da qualche tempo il ministro grillino ha proceduto a nomine, come il presidente dello Stretto, in settori che riguardavano le mie deleghe senza neppure consultarmi. E ha finito per occupare militarmente tutti i posti all’ interno del dicastero, spesso senza alcuna attenzione al merito. E questo non è giusto, né corretto».

Le dichiarazioni a caldo e agli amici

A caldo, Rixi aveva postato su fb le sue prime dichiarazioni («sono innocente, ma mi faccio da parte per l’amore che provo per l’Italia e per non creare problemi al governo»). Ma, secondo le voci che si sono susseguite,  a chi lo ha incontrato ha ribadito a chiare lettere d’aver subito un’ingiustizia: «Mi arrivano messaggi da numerosi avversari che mi esprimono solidarietà e mi danno ragione. E comunque adesso la Lega andrà avanti sulla Tav»

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