Pugni e calci in faccia, marocchino picchia la sorella per mesi: «Dovevo educarla»

27 Mag 2019 15:58 - di Redazione

Alla fine si è ribellata e ha chiamato la polizia. Una ragazza di 24 anni di origini marocchine ha denunciato il fratello maggiore dopo che l’aveva colpita con un calcio al volto. L’episodio, secondo quanto riferito dalla giovane, è stato solo l’ultimo di una lunga serie. L’uomo, di 33 anni, si è giustificato con la polizia sostenendo di «doverla educare». È stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali.

Mesi di violenze e vessazioni

I due fratelli vivevano assieme alla madre in un appartamento del quartiere Navile di Bologna. A chiamare la polizia, però, è stata la ragazza, raccontando di essere stata colpita dal fratello. Arrivati sul posto, i poliziotti hanno trovato già presenti i sanitari del 118 che stavano medicando la 24enne, che perdeva sangue dal naso e che poi è stata portata all’Ospedale Maggiore di Bologna con una prognosi di 5 giorni per traumi al naso e al volto. Agli agenti, la ragazza ha raccontato che quello di ieri non è stato l’unico episodio violento: da mesi, secondo quanto ha riferito, il fratello la aggrediva sia verbalmente sia fisicamente, tanto che già a settembre lo aveva denunciato.

Il marocchino rivendica le botte

Il marocchino, con precedenti, non sarebbe stato soddisfatto da quanto fatto dalla madre dei due per educare la 24enne, che lavora come cameriera e che più volte è stata schiaffeggiata perché la sera rientrava tardi. Nel tempo il fratello l’ha accusata di prostituirsi, arrivando a chiudere la serratura di casa così che fosse costretta a suonare il campanello per farsi aprire. Un atteggiamento che, secondo la ragazza, è dovuto anche al fatto che l’uomo fa uso di droghe. La madre dei due non parla italiano, ma agli agenti ha fatto intendere di essere all’oscuro dei maltrattamenti. Il 33enne invece li ha confermati, dichiarando che all’occasione non avrebbe esitato a colpirla di nuovo. Ora si trova in carcere, in attesa della convalida dell’arresto.

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