Prima il voto, poi la stangata: il governo si prende indietro i soldi di 5,5 milioni di pensionati
La stangata è pronta e arriverà dopo le elezioni. A farne le spese saranno soprattutto i pensionati, per i quali, tra taglio dell’adeguamento e cosiddetto contributo di solidarietà, dal mese di giugno ai prossimi due anni, si prevede un salasso da 2,5 miliardi. Ma si fa sempre più probabile che a rimetterci per le scelte economiche del governo alla fine siano tutti, ma proprio tutti i cittadini e non solo i titolari di pensioni. Tria l’ha detto chiaro e tondo, lanciando l’allarme sui conti e l’altolà sullo sforamento del 3%: per il ministro dell’Economia si deve andare verso l’aumento dell’Iva.
L’allarme di Tria sui conti pubblici
“Secondo me è meglio avere più imposte indirette, in altri termini più Iva e meno Irpef“, ha spiegato il titolare di via XX settembre, intervenendo alla trasmissione Agorà, dove si parlava delle coperture economiche necessarie ai provvedimenti di bandiera dell’alleanza giallo-verde (dalla flat tax alle misure per la famiglia immaginate dai grillini), dell’impellenza per il governo di trovare 23 miliardi per l’anno che viene e dell’urgenza di “ricreare un clima di fiducia intorno ai programmi economici dell’Italia e di convincere coloro che prestano denaro all’Italia, per finanziare il nostro deficit, a farlo a un tasso di interesse non troppo alto”. Ergo, stop allo sforamento del 3% che sta nei proclami dell’esecutivo. “Il deficit non è autonomo dai mercati, Salvini lo sa bene e non devo spiegarlo”, è stato l’avvertimento di Tria, che, com’è noto, intanto ha bloccato il decreto famiglia di Di Maio per mancanza di coperture e frenato gli entusiasmi sulla flat tax spiegando che per realizzarla bisogna recuperare da qualche parte i 13-15 miliardi necessari.
I pensionati pagano Reddito e Quota 100
Ma se queste sono ancora, almeno per ora, solo nuvole nere che si vanno formando, la bufera del taglio alle pensioni è già in atto. E si addensa inesorabile sugli assegni previdenziali di circa 5,5 milioni di pensionati, chiamati di fatto a finanziare di tasca loro – e per imposizione dell’Ue – Reddito di cittadinanza e Quota 100. Chi, infatti, percepisce trattamenti superiori a 3 volte il minimo – non esattamente pensioni d’oro, visto che si parla di un lordo da 1.522 euro al mese – subirà il conguaglio delle indicizzazioni, che sono partite da aprile ma sono state previste da gennaio. Insomma, questi pensionati dovranno restituire allo Stato una parte dei soldi ricevuti nei primi tre mesi dell’anno, quando ancora non era stato calcolato l’adeguamento. Le percentuali variano a seconda di quanto si percepisce, con fasce di penalizzazione che vanno dal 3%, per chi prende tre volte il minimo, al 60% di chi prende 9 volte il minimo. E poi c’è il salasso dei veri e propri pensionati d’oro, ovvero quelli che hanno, sì, assegni da capogiro (si parla di cifre dai 100mila euro in su), ma li devono ai contributi effettivamente versati e – come ricordato in uno studio dell’ex consulente di Palazzo Chigi, Stefano Patriarca, citato da Il Giornale – fanno parte del 4,36% della popolazione che, attraverso i versamenti alle casse pubbliche, “mantiene il 46% della restate popolazione”. Per questi pensionati i tagli andranno dal 15% al 40%.
I sindacati: “Il 1° giugno in piazza”
“Il governo fa di nuovo cassa con i soldi dei pensionati, riprendendosi quanto dato loro con la rivalutazione delle pensioni dei primi tre mesi del 2019”, ha commentato il segretario generale Fnp Cisl, Gigi Bonfanti, sottolineando che “ancora una volta questo governo proclama di volere essere vicino ai bisogni delle famiglie e invece, in pratica, fa il contrario, togliendo dalle tasche dei pensionati risorse importanti, e lo fa attraverso la beffa di mettere in pratica il provvedimento subito dopo le elezioni europee”. Posizione condivisa anche da Cgil e Uil. “Il 1° giugno saremo in piazza San Giovanni per protestare contro questo governo che, al pari dei precedenti, piuttosto che aiutare non fa che danneggiare i nostri pensionati attraverso provvedimenti iniqui”, hanno quindi fatto sapere i tre sindacati.
Silenzio da parte del governo…Spero che, come me, i pensionati sappiano chi non votare.
Mi meraviglio che tutti gridino al ladro al ladro, sopratutto quelli del PD che hanno fatto questa legge alcuni anni orsono. Per quanto riguarda la riduzione delle pensioni d’oro invece la trovo giustissima e la applicherei anche ai redditi d’oro, sopratutto quelli derivanti da dirigenze pubbliche e statali.