Paoli e la verità sul “Cielo in una stanza”: «Parlo di una prostituta di cui mi innamorai»

8 Mag 2019 14:18 - di Stefania Campitelli
Gino Paoli

Uno dei capolavori di Gino Paoli e della storia della canzone italiana si ispira a un rapporto con una prostituta. A rivelare la verità sulla romanticissima Il cielo in una stanza è lo stesso autore  in una lungua intervista a Libero in occasione dell’uscita del doppio album Appunti di un lungo viaggio con il quale festeggia 60 anni di carriera.

Paoli racconta la verità sul “Cielo in una stanza”

Paoli racconta che la romanticissima canzone, che ha fatto innamorare generazioni, di un parla di un orgasmo: «Era per una pu**ana della quale mi ero innamorato, perché a quei tempi le ragazze non te la davano. Ed è dedicata a un gesto umano ma mistico, che proietta in una dimensione dove sei tutto e niente. Siccome descrivere l’atto è impossibile, ho trovato questa tecnica: ci giro intorno, il non detto arrivo a suggerirlo con l’ambiente». Accanto al retroscena inedito sulla canzone, interpretate per la prima volta da Mina, l’artista, ex eurodeputato del Pci e amico fraterno di Beppe Grillo, parla dei suoi rapporti attuali cone le sue storiche ex Stefania Sandrelli e Ornella Vanoni: «Sono molto amico di entrambe e sempre pronto a correre quando hanno bisogno. L’amore è difficile da spiegare, non ha un senso logico: ha la complicazione del sesso ma c’è sempre anche una buona dose di amicizia». Non solo musica. Il cantautore geneovese non si sottrae alle domande sulla politica confindando di rifiutarsi di votare per i 5Stelle nonostante l’amicizia storica che lo lega al comico fondatore del movimento. «È un mio amico da sempre, sono quasi sempre d’accordo con quello che dice, non su come lo dice… Ma neanche per idea voto M5S! Sono d’accordo con quello che dice lui, non con tutto il resto. Abbiamo idee politiche molto diverse”.

 

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