Nuovo massiccio attacco di Hamas contro Israele: le sirene risuonano ovunque. “Verranno giorni peggiori”
In tarda mattinata le sirene di allarme razzi in Israele sono risuonate sino a Beer Sheba, nel Negev: è in corso una seconda massiccia raffica di lanci di razzi contro obiettivi civili in Israele attorno alla Striscia da parte dei palestinesi di Gaza. T’shal, le forze armate dello Stato ebraico, hanno come al solito replicato con immediatezza, conducendo raid in particolare su Khan Younes, nel sud della Striscia, da dove provenivano i lanci. Allarme missili anche a soli 20 chilometri da Tel Aviv, ad Arad, a Rehovot, e persino nel Negev, a Ber Sheeba. Secondo testimonianze provenienti da Israele, la popolazione è scesa nei rifugi in tutto il Paese. Il potente strumento di intercettazione israeliana Iron Dome ha intercettato moltissimi delle centinaia di razzi sparati da Gaza, soprattutto ad Askhelon dove ier c’è stato un ferito grave, ma molti hanno colpito, anche se non è possibile avere un computo dei danni. Morti però vi sarebbero stati da entrambe le parti, ma Israele ha tenuto a smentire le affermazioni delle autorità di Gaza e di Hamas secondo le quali un attacco israeliano avrebbe ucciso una madre palestinese incinta e il suo bambino. “La propaganda dell’organizzazione terroristica al suo meglio”, ha twittato il portavoce dell’esercito israeliano, Ronen Manelis, affermando che la donna e il neonato “sono stati uccisi dalle armi di Hamas“. Manelis sta ripetendo un’affermazione fatta in precedenza dal portavoce dell’esercito in lingua araba secondo cui le morti sono state causate da un fallito lancio di razzi da parte di terroristi all’interno di un’area popolata da civili. Anche un altro portavoce militare, Jonathan Conricus, ha detto ai giornalisti che, secondo i dati dell’intelligence, “siamo fiduciosi” che le morti non sono state causate dagli attacchi israeliani, ma “da un razzo di Hamas sparato ed esploso dove non era previsto”.
Israele dispiega l’esercito intorno alla Striscia
Intanto il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dato istruzioni all’esercito per rafforzare la presenza militare, con mezzi corazzati, artiglieria e fanteria, intorno alla Striscia di Gaza e per proseguire gli “attacchi massicci contro i terroristi”. Una brigata è stata dislocata al confine già questa mattina, dopo il lancio di 450 razzi contro Israele, l’uccisione di un uomo di 58 anni ad Ashkelon e il ferimento di decine di altre persone. “Ci prepariamo ad altri giorni come questi”, ha spiegato il portavoce dell’esercito, Ronen Manelis. L’israeliano di 58 anni, Moshe Agadi, è rimasto ucciso da un razzo palestinese che ha colpito la sua casa ad Ashkelon, nel sud di Israele, intorno alle 2:30 di stanotte. L’uomo, secondo quanto ha raccontato il fratello Shmuel alla Radio Israeliana, era andato a fumare una sigaretta, e sorpreso dai razzi, non ha fatto in tempo a raggiungere il rifugio. “Hanno cercato di rianimarlo – ha spiegato il fratello – ma è morto mentre lo portavano in ospedale”. Agadi, padre di quattro figli, sarebbe la prima vittima israeliana degli attacchi missilistici di Gaza dal 2014. La Jihad islamica minaccia persino di colpire le centrali nucleari israeliane a Dimona e le raffinerie petrolifere. I militari israeliani ieri hanno attaccato 120 bersagli nella Striscia di Gaza dopo che centinaia di razzi e proiettili di mortaio erano stati lanciati nel corso della giornata contro il sud di Israele. A renderlo noto sono state le forze israeliane, precisando che gli obiettivi presi di mira a Gaza erano basi e strutture controllate da Hamas e dalla Jihad Islamica in tutta la Striscia. Colpito anche un tunnel sul confine scavato dalla Jihad islamica e una fabbrica sotterranea dove venivano costruiti razzi e che è andata distrutta. Il governo italiano, con i ministri Salvini e Moavero, hanno sostenuto che Israele ha il diritto di difendersi, mentre le Nazioni Unite e alcuni Paesi mediorientali stanno attivando le diplomazie per far cessare l’escalation.