Novara, fermati la mamma e il compagno del piccolo Leonardo ammazzato di botte

25 Mag 2019 13:20 - di Alessandra Danieli

Omicidio volontario pluriaggravato. È questa l’accusa che  ha portato all’arresto della mamma e del compagno del piccolo Leonardo, il bambino di quasi 2 anni massacrato di botte e morto giovedì scorso all’arrivo all’ospedale di Novara. Lo sostiene la Procura di Novara, che ha disposto il fermo della madre, Gaia Russo di 22 anni, e del compagno, Nicolas Musi, 23 anni. L’uomo si trova nel carcere di Novara mentre la donna, incinta, è ai domiciliari.

Novara, Leonardo è morto per un colpo all’addome

Il fermo è scattato nella notte, dopo che il nome della giovane madre e del compagno erano già stati iscritti nel registro degli indagati. La versione della donna, che ai soccorritori del 118 aveva parlato di una caduta dal lettino, non ha convinto sin dall’inizio gli inquirenti, che hanno però atteso l’esito dell’autopsia per far scattare il fermo. Gli esami hanno confermato che le lesioni erano incompatibili con l’ipotesi di un incidente domestico, come stato raccontato dalla coppia ai soccorritori che inutilmente avevano tentato di rianimare il bimbo. A provocare la morte del bambino, che avrebbe compiuto due anni a settembre, è stato un violento colpo all’addome. Il corpo di Leonardo era «martoriato con lesioni multiple», ha detto il procuratore Marilinda Mineccia nel corso di una conferenza stampa, «è un omicidio avvenuto in un quadro di maltrattamenti pregressi». La conseguente emorragia al fegato, ha portato al decesso in meno di mezz’ora. Sul corpicino, il medico legale ha riscontrato ecchimosi e lesioni un po’ ovunque: sul capo, sul torace, sulla schiena, persino sui genitali. Le lesioni risalirebbero alla mattina stessa del decesso. La coppia, al momento, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La procura ha chiesto al gip la convalida dei fermi.

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