Nessuna pietà per l’assassino nigeriano di Pamela. In carcere lo aspettano…

30 Mag 2019 9:32 - di Francesco Storace

Muoia lentamente, Innocent Oseghale, nel carcere dove dovrà scontare l’ergastolo. Pamela Mastropietro l’ha ammazzata brutalmente, l’ha fatta a pezzi. Un macellaio, un macellaio assassino. Pamela, figlia nostra, non torna in vita. Ma il criminale nigeriano che l’ha strappata ai suoi cari la paga. In galera tutta la vita. O almeno quel che gli resta da vivere, perché osiamo sperare ancora in quel codice da galeotto che rende impossibile campare in cella a chi si rende responsabile di reati tanto turpi. Oppure ci toccherà persino pagarne la protezione in carcere dagli altri detenuti.

La sinistra silente

Comunque, giustizia nel nome del popolo italiano, come aveva auspicato sin dalla mattinata di ieri Giorgia Meloni, unico leader di partito ad auspicare una sentenza netta. Ed è significativo il silenzio della sinistra, politica e culturale. Ci chiediamo che fine abbiano fatto i più intransigenti sostenitori della proliferazione del razzismo in Italia, Roberto Saviano, Gad Lerner, Laura Boldrini, tanto per fermarci ai primi nomi… Sono quelli che negano persino l’esistenza della mafia nigeriana, i suoi rituali, la spietatezza che non ha limiti. Pamela Mastropietro venne brutalizzata nella maniera barbara che abbiamo raccontato più volte a gennaio dello scorso anno. L’assassino non si limitò ad ucciderla a coltellate, ma poi la sezionò in più parti, la testa, le braccia, le gambe, gli organi. Un lavoro da professionista è stato definito, per tentare di occultare in due valigie i resti del povero corpo. Maledetto, per tutta la vita e per l’eternità. Le indagini e il processo sono stati la pena inflitta alla famiglia. Il coraggio della madre di Pamela ha lasciato tutti senza fiato, quando in Corte d’Assise a Macerata è stata presente nell’udienza in cui sono state mostrate le fotografie dei resti della povera ragazza, brutalizzata con una violenza senza eguali. Ci sono stati altri mostri, sulla stampa, che si sono sperticati in abbondanti dosi di moralismo per giudicare quella giovanissima più che il suo carnefice.

Ricordiamola, bella com’era

Italiana, questa la sua grave colpa, indubbiamente. Poi, certo, c’è stato anche quel pazzo di Traini, il giustiziere che voleva vendicare Pamela sparando all’impazzata in città. Ma davvero il suo folle gesto poteva far dimenticare un massacro come quello compiuto da Oseghale? Sta in galera come è normale. Ma non per questo siamo autorizzati a dimenticare i silenzi di chi non ha profferito verbo sull’assassino di Pamela. Qualcuno era dispiaciuto che si trattasse di un nigeriano. Ed è un’altra delle vergogne di questa tragica vicenda. Ma ora basta. Perché abbiamo il dovere di ricordare Pamela bella com’era, pregarla assieme alla sua famiglia e a tanti buoni italiani che sono rimasti choccati dalla sua fine. E che se avessero tra le mani Oseghale non avrebbero dubbi sulla sorte che meriterebbe un assassino come lui. Quel trattamento che ha riservato ad una ragazza che aveva il diritto di vivere non glielo praticherebbero da morto. Sarebbe lui a soffrire senza suscitare pietà.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 30 Maggio 2019

    Vai dentro bello, vai! Dopo quei 18 mesi d’isolamento ti sentirai come a casa tua, vedrai che rimpiangerai di essere di essere venuto in Italia. Una passatina però l’avrei data a certi sinistroidi, una passatina, si, ma non posso dire, qui, di che cosa

  • flavio 30 Maggio 2019

    Ecco gli altri colpevoli ; Roberto Saviano, Gad Lerner, Laura Boldrini,

  • flavio 30 Maggio 2019

    E meglio che stia in carcere per tutta la vita,li…. è piu al “sicuro”

  • eddie.adofol 30 Maggio 2019

    la sinistra è complice al 100%x100% della morte non solo della nostra PAMELA E DESIREE’ ma di tutti gli altri morti che devono avere sulla coscienza tutti quelli favorevoli all’invasione dei cannibali africani e dei barbari rumeni e dei bangladesch – tutti dicono che è stata violentata e uccisa ma nessuno parla di vendita di organi della mafia nigeriana in ITALIA manca soltanto una cosa LA PENA DI MORTE – prima gli ITALIANI VERACI poi tutti GLI ALTRI.