Nella sanità italiana la spesa “digitale” aumenta del 7 per cento in un anno

23 Mag 2019 11:31 - di Marino Petrelli

Sanità digitale, l’Italia spende di più, ma il paese è ancora a due velocità. Infatti, a fronte di una spesa sanitaria “digitale” crescente, si evidenzia una mancanza di risorse, economiche e umane, e di competenze. Resta ancora dolente la nota della mancanza di una governance nazionale sulla diffusione del digitale nella sanità e per questo i servizi offerti variano da regione a regione. Lo evidenzia il Rapporto 2019 del Politecnico di Milano sulla sanità digitale.

Ottimista la federazione dei medici

In particolare, nel 2018 la spesa per la digitalizzazione è cresciuta del 7 per cento, raggiungendo 1,39 miliardi e seguendo un trend iniziato l’anno precedente. A ricoprire le quote di spesa maggiori sono le strutture sanitarie, con investimenti di 870 milioni di euro (+9%), le Regioni con 330 milioni (+3%) e i medici di medicina generale, con 75,5 milioni (+4%, circa 1.606 euro per medico). Cresce anche l’investimento per le intelligenze artificiali, a 7 milioni di euro. “Sono numeri destinati ad un sicuro e rapido aumento nelle prossime stagioni a seguito del ricambio generazionale che sta impattando con forza sulla nostra categoria”, dicono dalla Fimmg, la Federazione italiana di medici di medicina generale.

Come risparmiare

Grazie alla completa informatizzazione della sanitàsi potrebbe risparmiare fino al 5% della spesa sanitaria e promuovendo la consultazione e la cura a distanza, ci sarebbero risparmi fino al 20% nel caso di malati cronici”, spiega Andrea Bisciglia, responsabile dell’Osservatorio sanità digitale di Aidr, l’Associazione italian digital revolution. Si consolida intanto da parte dei medici l’uso delle email per comunicare con i propri pazienti, seguito da sms e WhatsApp. Invece, tra i cittadini che non soffrono di malattie croniche o problemi di salute di lunga durata, oltre un terzo cerca sul web informazioni generiche sulla salute, il 15% si informa sui vaccini. I canali più utilizzati sono i siti web istituzionali (52%), seguiti dai portali dedicati alla medicina e alla salute (30%), mentre app, blog e social network sono ritenuti meno affidabili.

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