Meloni a Manduria porta un mazzo di fiori davanti alla casa di Stano: «Pugno di ferro»

2 Mag 2019 13:14 - di Elsa Corsini

Tappa a Manduria, la cittadina in provincia di Taranto tristemente nota alle cronache per la morte di Antonio Stano, il 66enne massacrato a sangue da una baby gang di minorenni per Giorgia Meloni, volata in Puglia  per il suo tour elettorale e, come si legge in un post, «per tutelare le nostre eccellenze locali e difendere il made in Italy». La leader di Fratelli d’Italia ha voluto rendere omaggio all’anziano morto in seguito alle aggressioni ripetute di un branco di bulli.

Manduria, l’omaggio della Meloni ad Antonio Stano

«Oggi sono stata a Manduria per portare un mazzo di fiori davanti casa di Antonio, 66enne seviziato e torturato da una baby gang e poi tragicamente morto. Fratelli d’Italia sta depositando in questi giorni la proposta di legge per l’introduzione del reato di bullismo. È ora di usare il pugno di ferro contro i bulli, maggiorenni e minorenni!», si legge sulla pagina Facebook della Meloni che fin dalle prime ore dalla tragica notizia ha puntato i riflettori sull’allarme di un fenomeno in crescita e troppo spesso trascurato.

Omertà e silenzi sui video degli orrori

Intanto tra le carte delle inchieste emergono insabbiamenti e silenzi colpevoli dei cittadini di Manduria A rompere il muro di omertà è stata una giovanissima di 16 anni, fidanzata di uno degli otto fermati (sei minorenni e due ragazzi di 19 e 23 anni) definiti dal procuratore di Taranto “piccoli criminali ben organizzati”. Dopo aver raccontato di alcuni adulti (lo zio di un fermato) che stavano cercando di inquinare le indagini, la ragazza ha mostrato e consegnato due filmati agli agenti (inviati un amico che non è tra gli indagati) e raccontato quel che sapeva sul quel giro di video su Whatsapp. Ha fatto quello che non hanno fatto i tanti ragazzini che hanno visto quei video e che, quando hanno saputo che l’uomo era in coma, hanno iniziato a chattare freneticamente per dire di non inviare più a nessuno i filmati e di cancellarli. Antonio Stano, passatempo preferito dei baby criminali, era sottoposto a un trattamento «inumano e degradante per la dignità della persona – si legge nelle carte – percosse, aggressioni con mazze e bastoni, lesioni, sputi, derisione, offese, bestemmie, incursioni, danneggiamenti, razzie, tutto ripreso tra le grida di scherno». Uno degli otto ragazzi fermati nei giorni scorsi dalla polizia ha ammesso di aver partecipato, pur non avendo avuto un ruolo attivo, ad alcune delle aggressioni. Ha 19 anni ed è uno due maggiorenni coinvolti. Il giovane ha descritto tre episodi di pesanti violenze, aggressioni, insulti, contro Stano, riferendo che le prime due sono state filmate con il suo cellulare da un altro indagato e trasmesse on line

«Indagheremo sui silenzi che talvolta uccidono. Oggi Stano sarebbe ancora tra noi», ha dichiarato il procuratore capo Carlo Maria Capristo.«La cittadina di Manduria era a conoscenza dello stato di terrore e di sofferenza fisica che viveva Antonio Stano», ha aggiunto il procuratore dei Minorenni Pina Montanaro, «se i bulli invece che con quel pover’uomo se la fossero presa con un cane, ci sarebbe stata la rivolta popolare. E invece tutti zitti, in un silenzio assordante che oggi mi lascia amareggiato. Quanto subiva Stano è stato chiuso e isolato in una casa, in una strada, in una comunità: un essere umano che abitava davanti a una parrocchia lasciato solo».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • ab 2 Maggio 2019

    Esemplare il gesto di Giorgia Meloni a Manduria nel deporre quel mazzo di fiori davanti alla casa di quel povero uomo. Spero che sia stato compreso il senso da parte di della cittadinanza.