Maturità, Bussetti rinfresca la memoria a chi lo attacca: «Fu il Pd ad abolire la prova di storia»

4 Mag 2019 16:17 - di Gigliola Bardi

Una polemica decisamente «tardiva» e «infondata». Perché non c’è alcuna intenzione «di penalizzare una disciplina come la storia». Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, replica così al polverone sollevato in questi giorni sull’eliminazione del tema storico dalla prima prova della maturità e arrivato a un livello tale d’allarme da far pensare quasi che a essere depennata sia stata la materia stessa dall’interno programma didattico. «La storia sarà presente sia nel percorso di studi dei ragazzi, sia alla maturità. Anche più che in passato», ha detto Bussetti, rassicurando quanti, nei giorni scorsi, hanno promosso lettere aperte, manifesti, raccolte firme, appelli a difesa di «un bene comune che è in pericolo, sminuito, umiliato, rimosso».

Bussetti: «Perché tanto clamore solo adesso?»

«Devo dire in tutta sincerità che sono stupito dalle polemiche suscitate da questa nuova maturità. Un esame che, mi preme ricordarlo, è stato riformato dal governo Gentiloni sostenuto dal Pd», ha detto il ministro in una lunga intervista rilasciata all’agenzia di stampa Adnkronos. «Noi oggi stiamo attuando una legge del 2017», ha quindi ricordato Bussetti, aggiungendo che «mi pare che le contestazioni di questi giorni siano quantomeno tardive. Parliamo di una norma di due anni fa». «Viene da chiedersi perché tanto clamore solo adesso? Perché quello che andava bene ieri oggi non va più? Anche nel merito è difficile comprendere questa “mobilitazione”», ha proseguito Bussetti, chiarendo che «nessuno ha intenzione di penalizzare una disciplina come la storia che è fondamentale per la crescita di cittadini responsabili e consapevoli. E infatti sarà presente sia nel percorso di studi dei ragazzi, sia alla maturità. Anche più che in passato». Perché, ha chiarito, «sarà proposta, in modo trasversale, non in una sola tipologia di prova, come accadeva prima, ma in più tracce».

Il tema storico scelto solo dall’1,1% degli studenti

Una testimonianza concreta in questo senso gli studenti l’hanno già avuta con le simulazioni dell’esame, anche se Bussetti ha dato appuntamento al giorno dopo la prova vera e propria di italiano quando «tutti potranno rendersi conto che, su mia specifica disposizione, saranno proposte agli studenti tracce con una precisa connotazione storica, a dimostrazione dell’infondatezza di questa polemica». Il ministro, infatti, ha anticipato che «la prova di italiano si articolerà in sette tracce e una sarà di certo di argomento storico». Una formula che, secondo Bussetti, sarà certamente più apprezzata della precedente da parte degli studenti. Solo l’1,1% di loro nella “vecchia maturità” sceglieva il tema storico. E «questo dato bassissimo dovrebbe far riflettere tutti, in particolare gli storici, a partire dai tanti che hanno firmato l’appello», ha commentato Bussetti, per il quale «al massimo, dovremmo interrogarci sul perché negli anni passati il tema storico sia stato scelto da così pochi giovani».

Un falso problema

«È questo che gli studiosi dovrebbero chiedersi e aiutarci a capire. L’obiettivo formativo ed educativo dei nostri ragazzi è comune. Dovrebbe vederci insieme, non su fronti contrapposti», ha sottolineato Bussetti, dicendosi infine favorevole alla possibilità di incrementare le ore di storia, che per altro è già presente trasversalmente anche in altre discipline come letteratura, diritto, geografia: «Certamente si può incrementare lo spazio dedicato a questa disciplina, nessuno vieta alle scuole, nell’ambito della loro autonomia, di adoperare i docenti dell’organico potenziato per approfondire questioni storiche. Gli addetti ai lavori – docenti, sindacalisti, studiosi – queste cose le sanno benissimo. Non ridurrei tutto a un ”conteggio” di tempi, non è così che riconosciamo il valore della storia nella formazione dei nostri giovani».

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