Manduria, l’anziano «braccato, terrorizzato, insultato con sputi»: il gip sbatte in cella i 6 bulli minorenni

3 Mag 2019 9:40 - di Martino Della Costa

Il gip del tribunale ordinario di Taranto ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico dei due maggiorenni arrestati nei giorni scorsi dalla polizia nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Cosimo Antonio Stano, il 66enne di Manduria morto il 23 aprile.

Anziano pestato dai bulli, il provvedimento del gip: 8 in carcere

Il gip non ha convalidato il fermo di indiziato di delitto eseguito martedì scorso, ma ha trasformato il provvedimento in un’ordinanza cautelare. Le accuse nei confronti dei due maggiorenni, come dei sei minorenni che sono stati trasferiti in un istituto di detenzione, sono di tortura, sequestro di persona, danneggiamento e violazione di domicilio, tutti reati aggravati. Dunque, di fatto è stato confermato l’impianto accusatorio per i 6 minorenni accusati di aver preso parte ai raid ai danni di Antonio Cosimo Stan, vere e proprie spedizioni puntiive eseguite senza pietà, con giovani bulli spietatmente sordi alle suppliche di pietà rivolte dal povero anziano nel disperato e puttroppo vano tentativo di farli smettere. Ma non c’è stata compassione e pena per la vittima, anzi… Al massimo i componenti della gang si sono per lo più detti “dispiaciuti” quando, in lacrime davanti agli inquirenti, sono stati costretti ad assumersi le loro responsabilità incastrati dai filmati che loro stessi hanno girato.

«Braccato dai suoi aguzzini, terrorizzato, insultato con sputi»

Dunque, il gip Paola Morelli non ha convalidato il fermo di indiziato di delitto eseguito il 30 aprile scorso nei confronti dei minorenni indagati «per difetto del requisito del concreto pericolo di fuga», ma ha applicato la misura della custodia cautelare presso l’istituto penale minorile di Bari dove resteranno a disposizione della Procura della Repubblica presso il tribunale di Taranto. Nel frattempo, diversi media riportano stralci del dispositivo del gip in cui emerge drammaticamente lo strazio fisico e l’incubo psicioogico inflitto alla vittima: tra questi, l’Ansa che, nel riferire della decisione giuridica appena resa nota, sottolinea tra le righe del provvedimento appena firmato che «Stano è stato fatto oggetto di un trattamento inumano e degradante, braccato dai suoi aguzzini, terrorizzato, dileggiato, insultato anche con sputi, spinto in uno stato di confusione e disorientamento, costretto ad invocare aiuto per la paura e l’esasperazione di fronte ai continui attacchi subiti e, di più, ripreso con dei filmati (poi diffusi in rete nelle chat telefoniche) in tali umilianti condizioni».

La vittima versava «in un chiaro stato di minorata difesa»

Non solo, a quanto si apprende sempre dall’Ansa, il «gip del Tribunale ordinario, Rita Romano, ha così condiviso l’impianto accusatorio della Procura, anche in relazione al reato di tortura. “Giravano in rete (su YouTube e sulle chat degli indagati e dei loro amici) filmati che riprendevano i maltrattamenti in danno dello Stano – evidenzia il giudice – e che erano divenuti merce di scambio tra i diversi giovani che li ricevevano sui loro telefoni o vi si imbattevano in Internet. Non vi è dubbio – conclude dunque il gip e riferisce l’Ansa – che nel caso in esame le condotte poste in essere dagli odierni indagati e dai loro coindagati minorenni sono state perpetrate in danno di un soggetto affetto da disabilità mentale che viveva in un evidente stato di abbandono, di disagio sociale e che, pertanto, versava in un chiaro stato di minorata difesa».

 

Commenti

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  • MICHELE MASTROMARINO 3 Maggio 2019

    Il problema non è “sbatterli” in cella, la vera soluzione è dare almeno 180 anni di ergastolo a testa, affinché se ci fossero premi, sconti, e fesserie varie, restano comunque molti anni da scontare.