M5S, il papà di Di Battista: «Traditori, sarete paragonati a Giuda». E su Paragone…

29 Mag 2019 13:03 - di Federica Argento

Tanto per capire a che punto sono i cinquestelle. Nel “redde rationem” che si è aperto nel M5S, non bastassero i veleni, interviene il papà di Di Battista, Vittorio, uno degli esponenti di spicco del Movimento, che dice la sua su Facebook su Gianluigi Paragone, che, dopo aver criticato il capo politico del M5S Luigi Di Maio sulla gestione del partito e sul conseguente risultato ottenuto dal Movimento alle Europee, ha annunciato le dimissioni da parlamentare. Papà Vittorio getta benzina sul fuoco, come se ce ne fosse bisogno. Paragone aveva criticato Di Maio e i suoi incarichi multipli: «Se vuoi fare Superman, devi dimostrare di esserlo», gli aveva rinfacciato.

Vittorio Di Battista: «Espulsione per Paragone»

Vittorio Di Battista, pertanto, scrive: “UN PARAGONE DA NON FARE. Ho visto su ‘Il Fatto.it’ la breve intervista rilasciata da Paragone. Chiedo l’immediata espulsione di Paragone e di tutti gli altri paragoni che credono di potersi paragonare a Paragone. Ingrati e traditori, sarete paragonati a Giuda. Io sto con Rixxi, con Tikki e con TAVi». Si è satenato un putiferio. Immediate le reazioni dei follower di Di Battista, i quali hanno cominciato a ricoprire con una valanga di insulti Gianluigi Paragone definendolo un “Traditore” e un “Codardo”.

Poi fa marcia indietro

Una reazione che ha spinto Vittorio Di Battista a spiegare ( o a ritrattare), poco dopo, il senso del suo post. «Il post è di sfottimento nei confronti di quanti insultano e chiedono l’espulsione di chi dimostra di avere un cervello pensante e libero e non un naso con tre buchi». Il papà di Alessandro, dunque, precisa che non vi era alcun intento polemico nei confronti del senatore del M5S, anzi. Il suo era un elogio a una persona che “dimostra di avere un cervello pensante e libero e non un naso con tre buchi».

Era stato proprio Vittorio Di Battista, a caldoa i infierire contro Giggino. «Che pena di Maio. Mi sono rotto  dei complimenti agli avversari che hanno vinto, dell’abbiamo perso tutti, del dossier Tav è nelle mani di Conte, della buona anima di Moro, dei vestiti lindi e pinti, le cravatte ton sur ton, di prendere mazzate comunali, regionali ed europee». Era stato tenero.

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