Lo show antifà di Pif al Salone del Libro: «Sono un partigiano del terzo millennio»

10 Mag 2019 16:17 - di Elsa Corsini
Per il “partigiano del nuovo millennio”, come lui stesso si definisce, tappeti rossi e standing ovaton al Salone del Libro. A Torino, nel bel mezzo del furore censorio contro la casa editrice Altaforte (che ha editato il libro-intervista di Matteo Salvini) e la “pericolosissima” cultura non allineata, Pif non potrebbe trovarsi più a suo agio. E visto che si trova lancia anche lui la carica antifà.
Il regista de La mafia uccide solo d’estate, per la presentazione della sua prima fatica letteraria, Che Dio perdona tutto  (edizione Feltrinelli, neanche a dirlo) ripone nel cassetto la t-shirt partigiana esibita il giorno prima, «perché il pericolo è scampato», mette a lavare quella con la scritta “Torino Padania” e si presenta allo stand Robinson indossando una  maglietta verde, dall’acre sapore antisalviniano con la scritta “Padania is not Italy”. «Chi va oltre viene infangato ma poi i risultati arrivano», esordisce gongolante per la risposta “democratica” del Lingotto.

Pif dal Lingotto suona la carica antifascista

Lo show di Pif è tutto all’insegna dell’accoglienza “senza se e senza ma” e delle provocazioni contro Salvini, «il ministro che vuole difenderci dagli invasori con i selfie». Vestiti i panni del tuttologo e dello statista, Pif gioca la carta del mattatore e si esibisce in un comizio contro la pericolosa deriva causata dal governo gialloverde. Dall’Europa all’economia passando alla sicurezza, il libro da presentare è una ghiotta occasione per suonare la carica contro il vicepremier leghista e i grillini suoi “complici”. Arturo, il protagonista del libro con una passione smisurata per la ricotta e con una fede “light” da credente non praticante, può aspettare, meglio cavalcare l’onda del momento («Sarà la società sana a cacciare Alfatorte»).

I migranti come i lebbrosi di San Francesco

«I lebbrosi sono i migranti di oggi», dice Pif dai microfoni dell’Arena Robinson, piegando la religione (e persino San Francesco d’Assisi) all’attualità dell’emergenza immigrazione. «Ci sono politici che piangono perché non c’è il crocefisso a scuola, che è poi proprio il posto dove non dovrebbe esserci». Poi una lunga prolusione sugli uomini che sono “andati oltre ”a cominciare da papa Francesco, icona indiscussa del pensiero unico, con il quale ha avuto un faccia a faccia conclusosi con la richiesta del pontefice di pregare per lui. «Fortunatamente anche nella religione, così come nella società civile, ci sono stati uomini coraggiosi, uomini che sono andati avanti: parlo di San Francesco, Giovanni Falcone o Papa Francesco». Retorica antimafia e  bordate politiche. Per la Lega, per i grillini e per la sinistra, «che considera gli immigrati quelli che ti vendono le calze al semaforo. Prima c’erano le sezioni del Pci, Pds, oggi c’è CasaPound…». Quella sinistra che vive nel centro storico di Roma «va da Dio». ma se esce dallo Ztl è «un disastro».

L’ossessione per Salvini

Ma il bersaglio preferito è Salvini, insieme al pericolo fascista, ça va sans dir. «Questo è un paese senza memoria, ci siamo dimenticati di chi ha lottato per la Padania», stuzzica Salvini, «Rispondimi, Padania libera. Rispondimi». L’intervistatrice sta al gioco con un assist ben piazzato: «Cosa farebbe se fosse il governatore della Padania?», chiede. «Caccerei i terroni». Il finale è da manuale. «Se ci sono i fascisti del nuovo millennio come amano chiamarsi, allora io sono un partigiano del nuovo millennio. Non ci spareremo più ma ci sfideremo a colpi di Twitter». E giù applausi. Un po’ distratto sul caso Altaforte, invece. «Hanno vinto i partigiani e viviamo in democrazia, quindi nessuno vieta a un editore di pubblicare libri fascisti. Sarà la società sana, antifascista a far fallire quella casa editrice perché nessuno, si spera, comprerà quei libri». Peccato che il libro di Salvini edito da Altaforte sia in cima alla  classifica dei libri più venduti su Amazon.

Commenti

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  • stefano fasolo 11 Maggio 2019

    pip il nome di una caramella? ma va a cagare

  • ADRIANO AGOSTINI 11 Maggio 2019

    Questi si sono montati la testa…