L’Emilia Romagna perderà 210 milioni di euro per i derivati sottoscritti. Lo denuncia FdI

28 Mag 2019 16:53 - di Redazione

“La Regione Emilia-Romagna perderà ben 210 milioni da qui al 2032 a causa dei contratti in derivati sottoscritti nel 2004 con gli istituti finanziari Dexia Crediop, Ubm e Jp Morgan, per un valore complessivo di circa 473 milioni e 418 mila euro. E si tratta di una valutazione ottimistica, alla luce dell’andamento futuro dei tassi d’interesse, tanto che già oggi il bilancio della Regione presenta perdite tra i 12 e i 16 milioni all’anno”. Prende le mosse da questa valutazione Giancarlo Tagliaferri, di Fratelli d’Italia, che in un’interpellanza chiede alla giunta dell’Emilia-Romagna il motivo per cui “quei contratti non siano stati rinegoziati, alla luce della loro evidente onerosità e della perdita sistematica a carico del bilancio regionale, che potrebbe anche generare una responsabilità per danno erariale”. La giunta risponde che l’operazione, effettuata nel 2004, “è stata dettata da una duplice opportunità: cogliere le condizioni favorevoli del mercato finanziario, in quel momento caratterizzato da bassi tassi d’interesse che si riteneva perdurassero nel breve-medio periodo; attenuare i rischi del tasso variabile sul lungo periodo, più difficile da prevedere, dando certezza finanziaria agli amministratori futuri non trasferendo eventuali rischi legati alla volatilità dei tassi variabili negli anni successivi al 2009”.  In sintesi, l’operazione consiste nel conservare il tasso variabile fino al 2009 e il passaggio al tasso fisso dal 2010 al 2032, massimizzando i benefici dei bassi tassi di interesse su un capitale elevato e i benefici della certezza del tasso fisso su un capitale ridotto di circa un terzo. Dal 2008, inoltre, è fatto divieto alle Regioni di stipulare contratti relativi a strumenti finanziari derivati nonché di procedere alla rinegoziazione dei contratti derivati in essere. L’unica possibilità, pertanto, è di estinguere il mutuo. L’operazione, infine, non ha natura speculativa. Per Fdi la risposta è “insoddisfacente, in quanto l’operazione finanziaria risulta aver prodotto una perdita che si aggira sui 20 milioni annui. Dunque, ancorché non determini responsabilità di natura contabile, quantomeno evidenzia che gli amministratori e i dirigenti contraenti siano stati improvvidi o mal consigliati”.

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