Lazio, contro il proliferare dei cinghiali la Regione adesso arruola anche gli agricoltori
La giunta della Regione Lazio ha approvato questa mattina il protocollo d’intesa che prevede azioni di prevenzione e gestione per il contenimento dell’eccessiva presenza dei cinghiali sul territorio. A siglare l’accordo sono stati la Regione, Coldiretti Lazio, Legambiente Lazio e Federparchi Lazio con l’obiettivo di conservare l’ecosistema, limitare i rischi per la biodiversità, valorizzare la multifunzionalità agricola e tutelare le aziende costrette a subire danni ingenti, stimati nel 2018 in 4 milioni di euro nel Lazio, a causa del proliferare incontrollato della specie che, in pochi minuti, distrugge interi raccolti. Il protocollo, che ha una durata di 3 anni ed è prorogabile, prevede non solo l’intensificazione dei controlli e la semplificazione dell’iter amministrativo ma anche il coinvolgimento attivo degli agricoltori nelle attività di cattura da svolgere, a fianco dei guardaparchi, attraverso la predisposizione di trappole. Per compensare il reddito perso a causa dei danni provocati dagli ungulati, gli agricoltori potranno cedere direttamente gli animali catturati presso gli istituti previsti dalla normativa vigente o destinarli all’allevamento in aree recintate. ”Siamo molto soddisfatti perché si tratta di un passo fondamentale nella gestione di una problematica che da anni mette in ginocchio l’agricoltura ed è molto sentita su tutto il territorio laziale, a partire dalle province di Rieti e Viterbo”, spiega David Granieri, presidente Coldiretti Lazio. “Questo protocollo trasforma una drammatica criticità in una risorsa da valorizzare attraverso il coinvolgimento degli agricoltori e l’inserimento in una filiera alimentare controllata, in grado di prevenire speculazioni e garantire sicurezza e legalità – sottolinea -. Gli imprenditori agricoli, in presenza dei requisiti necessari, potranno anche richiedere l’ampliamento delle attività come Centri di lavorazione della selvaggina, un’importante opportunità per ridurre i costi e seguire la strada della multifunzionalità”. “Lo sviluppo incontrollato dei cinghiali da anni crea problemi legati non solo all’agricoltura ma anche alla sicurezza del territorio e all’incolumità dei cittadini, con gli ungulati che ormai si spingono all’interno dei parchi periurbani, dentro le città, alla ricerca di cibo – conclude – Il protocollo d’intesa approvato oggi consentirà di intervenire anche sotto questo aspetto migliorando in maniera significativa la situazione attuale”.