La Sea Watch come i centri sociali: «Non obbediamo». Salvini: «Per voi divieto di sbarco»
Sea Watch sfida ancora una volta il Viminale. La nave della ong tedesca con a bordo 65 migranti presi di fronte le coste della Libia si è posizionata a poche miglia dalle acque territoriali italiane con una richiesta chiara: un porto per lo sbarco. Questa mattina è stato necessario l’intervento di una unità della Guardia Costiera e di una motovedetta della Guardia di Finanza. I militari, infatti, hanno raggiunto la nave per diffidare l’imbarcazione diretta a Lampedusa di fare ingresso nelle acque territoriali italiane. La nave, come apprende l’Adnkronos, da alcune ore “pendola”, facendo zig zag in attesa di ulteriori sviluppi. Proprio ieri il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha firmato la direttiva che vieta alla Sea Watch l’ingresso in acque italiane.
Sea Watch, Salvini: «Porti chiusi»
A Lampedusa sono, peraltro, presenti i pm della procura di Agrigento che oggi interrogheranno il comandante e il capo missione della Mare Jonio, che è sotto sequestro dopo lo sbarco dei giorni scorsi. Il braccio di ferro tra la ong e il Viminale prosegue. La Sea Watch ha chiesto un porto sicuro anche a Malta ma ha ricevuto un secco “no”. Salvini, ha ribadito la sua posizione: «Erano prima in acque libiche e poi in acque maltesi, ma mettendo a rischio la vita degli immigrati a bordo vogliono a tutti i costi arrivare in Italia. Questi non sono soccorritori ma scafisti, e come tali verranno trattati. Per i trafficanti di esseri umani i porti italiani sono e rimangono chiusi».
Poi a Diritto e Rovescio su Rete 4 ha spiegato: «Se tu hai a cuore la vita di quelle persone dove vai? Vai nel porto più vicino, o vai a Malta o vai in Libia, non è che fai il doppio della distanza. Questa è l’indicazione che è stata data a questa nave, se uno invece volesse arrivare in Italia ti multo e ti sequestro l’imbarcazione perché non sei un soccorritore ma un potenziale assassino complice di scafisti e io i trafficanti di essere umani che mettono a rischio le vite di donne e bambini sono stufo».