Isis, condannati a morte altri due francesi. In Siria gli islamici fanno morire i loro scudi umani
Un tribunale di Baghdad ha condannato a morte altri due cittadini francesi con l’accusa di aver aderito al sedicente Stato Islamico (Isis). Sale così a sei, con i quattro di ieri, il numero dei francesi nel braccio della morte in Iraq. Gli ultimi due condannati a morte sono Brahim Nejara e Karam El Harchaoui, entrambi trentenni, consegnati alle autorità irachene dalle Forze democratiche siriane (Fds) sostenute dagli Usa e impegnate a combattere l’Isis in Siria. Gli altri quattro francesi condannati alla pena capitale sono Kevin Gonot, Leonard Lopez, Salim Machou e Mustapha Merzoughi. Nejara, 33 anni, era incaricato di gestire i foreign fighter dell’Isis, secondo il Centro francese d’analisi del terrorismo. Avrebbe aiutato i jihadisti stranieri in Siria, convinto uno dei suoi fratelli a compiere un attentato in Francia ed era vicino a Foued Mohamed-Aggad, uno dei kamikaze che si è fatto esplodere nel teatro Bataclan di Parigi nel 2015. Harchaoui, 32 anni, è partito dal Belgio per la Siria nel 2014. Il quotidiano belga HLN ha scritto che anche suo fratello minore e le loro mogli fanno parte dell’Isis. I due hanno trenta giorni di tempo per presentare ricorso.
Intanto l’Isis causa la morte di numerosi civili da loro utilizzati come scudi umani: bombardamenti dell’artiglieria delle forze di Damasco hanno colpito un ospedale e un ambulatorio nella provincia nordoccidentale siriana di Idlib, regione in mano all’opposizione armata islamica. Lo riferisce l’agenzia Dpa che cita soccorritori e autorità locali. La direzione della sanità di Idlib ha confermato che è ormai fuori uso l’ospedale di Dar al-Hekma a Kfar Nabl: ampie aree della struttura sono state distrutte, così come i generatori e varie auto parcheggiate nei pressi dell’ospedale. Secondo le autorità locali sono 21 le strutture sanitarie colpite direttamente dai bombardamenti a Idlib da quando a fine aprile è scattata l’offensiva delle forze di Damasco. La provincia è in gran parte controllata dai jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham. I terroristi islamici dell’Isis tengono prigionieri i civili e li espongono ai bombardamenti.