Inciucio Pd-M5S, Zingaretti smentisce. Ma i numeri per un governo senza la Lega ci sono già…
«È un trucco: si dice che Di Maio adesso sia diventato di sinistra. Io mi permetto di dire a Di Maio: non si può affermare che è uno scandalo che Salvini si allei con i neonazisti in Europa e poi permettergli di fare il ministro degli interni perché questa è ipocrisia, è una contraddizione. Una persona di sinistra questo non lo permetterebbe mai. Siamo da un mese in un loop di polemiche, purtroppo, fanno quasi finta di litigare e scaricano sugli italiani un prezzo insopportabile», ha detto ieri Nicola Zingaretti a Dimartedì, provando a mettere a tacere l’ipotesi di un inciucio post-elettorale dopo il 26 maggio con i grillini.
Idem per Di Maio, che sullo stesso proscenio, da Giovanni Floris, esclude qualsiasi abboccamento col Pd e invita la maggioranza ad andare avanti senza litigi. Inrealtà, sul tavolo dei leader dei partiti ci sarebbe già un po’ di calcoli da fantapolitica che vedrebbero possibile, già dopo le Europee, una nuova maggioranza Pd-M5S in caso di rottura dei grillini con la Lega. Sarebbero trecentoquarantacinque i deputati e 163 i senatori di questa possibile “armata Brancaleone” in Parlamento, sommando del numero dei parlamentari del Movimento 5 stelle, con quelli del Pd, e di Liberi e uguali (questi ultimi 14 alla Camera e 4 che siedono nel gruppo misto al Senato). Del resto, il primo a sospettare degli abboccamento tra piddini e grillini è lo stesso Salvini, che ieri aveva fatto notare. «Io per undici mesi ho mantenuto la parola con gli italiani e i 5 stelle ma inizio a notare troppi accoppiamenti tra Pd e 5 stelle, troppa sintonia…».