Inchiesta di Milano, la difesa chiede la scarcerazione di Pietro Tatarella. Il pm si oppone
I pm di Milano Luigi Furno e Silvia Bonardi hanno insistito stamani nell’udienza davanti al riesame sul fatto che la misura cautelare in carcere per Pietro Tatarella, ex consigliere comunale milanese e candidato di Fi alle europee, sia essenziale perché le indagini sul sistema di corruzione, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti alla politica, sono ancora in corso. Il legali del politico di Forza Italia, arrestato assieme adaltre 27 persone lo scorso 7 maggio,hanno invece chiesto la scarcerazione. La difesa di Pietro Tatarella “per la revoca della misura in carcere e in subordine di una meno afflittiva, cioè i domiciliari”.
Il difensore Luigi Giuliano, che insieme alla collega Nadia Alecci difende l’esponente politico candidato alle prossime europee, rimarca che l’accusa di finanziamento illecito non regge: «La legge prevede che tu debba dichiarare le spese elettorali e queste sono state scritte da Tatarella mandatario elettorale di Fabio Altitonante (entrambi nella foto in alto ndr). Fosse anche che li avesse usati lui quei soldi siamo di fronte a una violazione amministrativa e non penale». I pm della Dda, che hanno ribadito la misura del carcere per il forzista Tatarella, hanno depositato una nuova intercettazione di Luigi Patimo, anche lui tra gli indagati, e dei nuovi verbali, tra cui delle dichiarazioni rese dall’imprenditore Matteo Di Pierro, ma si tratta per la difesa “di elementi neutri, se non positivi per noi”. Quanto all’accusa di associazione, per l’avvocato Giuliano “Tatarella è più spettatore che partecipe”.