Il ruolo di Berlusconi in Europa: meglio non battere i pugni sul tavolo…

28 Mag 2019 16:44 - di Redazione

Arrivato a Bruxelles per il vertice del Ppe, che conta il maggior numero di deputati eletti al Parlamento europeo, Silvio Berlusconi rassicura tutti: “Io sono sempre stato in pista”. Fa capire dunque che in Europa intende darsi da fare e non certo ricoprire il ruolo di spettatore passivo. “Il presidente ungherese Orban non l’ho incontrato, perché si è sospeso dal Ppe, però ho avuto con lui una lunga telefonata ieri sera. Ci vedremo presto e sono sicuro che potrò convincere lui a restare nel Ppe e convincere i membri del Ppe a volere che l’Ungheria e lui restino”.

Berlusconi conferma poi che il candidato del Ppe per la guida della Commissione Europea resta Manfred Weber, cui si oppone il socialista Timmermans. “Crediamo che sia anche un fatto di democrazia mantenere quel candidato che avevamo indicato”. Un candidato che “noi comunque riteniamo indubitabilmente il migliore, perché Weber è una persona di molto senno, è una persona umile, rispettosa degli altri, è molto preciso e intelligente”.

Nella sua veste di neoeletto in Europa, Berlusconi ci tiene anche a dare lezioni di metodo: quello di battere i pugni sul tavolo, ammonisce, non porta da nessuna parte. Un suggerimento che viene letto come un diretto consiglio a Matteo Salvini, con il quale Berlusconi ha parlato al telefono lunedì. Gli ultimatum dei sovranisti all’Europa della grande finanza, per il momento, non trovano d’accordo il leader di Forza Italia, il quale minimizza anche sulla lettera che l’Ue starebbe per inviare all’Italia sullo sforamento del debito e che viene da lui definita una mossa formale.

Battere “i pugni sul tavolo” con la Commissione Europea è “il sistema peggiore” dunque.  “Se vogliamo – dice Berlusconi – è un fatto di vita, non tanto politico. Se devi trattare con qualcuno perché si convinca e ceda alle tue proposte, devi stabilire con lui un clima di cordialità e di stima, magari anche di amicizia”. “Andare a voler battere i pugni sul tavolo, parlare a voce alta e dire addirittura, come è stato detto in passato, che parli sì con il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ma prima delle dieci perché dopo è sbronzo, è il sistema peggiore per cercare di trovare degli accordi a noi favorevoli con la Commissione”, conclude.

 

 

 

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