Il ritornello invita al martirio, le strofe a decapitare: cantano i bimbi in un centro islamico (Video)
Indottrinati e fedeli alle consegne: e così, nella patria del melting pot e nella americanissima città di Philadelphia – quella della Liberty bell ci ricorda Il Giornale che segnala la notizia, corredata da un video postato su Youtube e che pubblichiamo di seguito –, accade che un nutrito gruppo di ragazzini in età da scuola elementare, ci cimenti in una performance che inneggia al «sangue dei martiri» musulmani e al paradiso dei jihadisti bisognoso di «uomini coraggiosi»…
Cantano i bimbi in un centro islamico: e invitano a decapitare infedeli
Sullo sfondo della celebrazione della Umma (la comunità dei fedeli) organizzata da un locale centro islamico addobbato con decorazioni arabe e tappeti persiani, un gruppo misto di bambini e bambine intonano un mantra che mentre ripete che «L’islam sta chiamando», invita a difendere «la terra sacra con i nostri corpi e senza esitazione» chiedendo a più riprese «chi risponderà al suo appello». Il tutto acconciato con una coreografia tersicorea fatta di passi e passaggi che sembrano rimarcare un testo fatto di parole forti: un mantra del reclutamento che ricorre a espressioni forte come «Decapiteremo la testa» dei nemici, «libereremo la sacra moschea di al-Asqua e «li sottoporremo a torture eterne» che francamente stonano, e anche tanto, se messe in bocca a una bambina di 10 anni a cui viene affidato il compito di celebrare l’odio per i nemici di turno che, nella fattispecie, sono gli israeliani.
A proposito di doppiopesismo socio-culturale e mediatico…
Già, perché la festa di cui si parla nel servizio de Il Giornale, ha voluto rappresentare l’opportunità appannaggio di un gruppo di studenti americani da non sappiamo quante generazioni, di omaggiare in uno spettacolo le tradizioni culturali della propria nazione d’origine: e quello appena descritto era lo spettacolo dei palestinesi…Uno show inquietante rilanciato anche sui social e su cui nessuno degli spettatori sembra aver avuto niente da ridire. Di più: come scrive il quotidiano milanese diretto da Sallusti, «la notizia esce sui media locali e su quelli di orientamento conservatore, come il New York Post. Per il resto viene passata quasi sotto silenzio». E c’è chi ancora chi nega un certo doppiopesismo politico, culturale, sociale…