Il Pd “narcotizza” l’Umbria e salva la governatrice indagata. Ma la partita è aperta
Il Pd salva la governatrice dell’Umbria e ritarda le sue dimissioni. Catiuscia Marini è indagata nell’ambito dell’inchiesta sui presunti concorsi pilotati all’ospedale di Perugia. La presidente si è presentata da dimissionaria in consiglio regionale e ha letto una lettera in cui ha ribadito di voler fare un passo indietro. La presidente nel suo intervento ha dichiarato che le sue dimissioni sono legate a questioni “politico-istituzionali” e non personali. Ma a sorpresa il gruppo del Pd ha rinviato di dieci giorni il voto. A firmare la proposta per rinviare la discussione è stato il capogruppo del Pd Gianfranco Chiacchieroni. La motivazione? La necessità di “approfondire il dibattito”. La richiesta è stata approvata con gli undici voti favorevoli della maggioranza di centrosinistra. L’opposizione ha votato contro: otto i voti contrari.
La mossa del Pd, l’ira del centrodestra
Un colpo di scena che ha scatenato l’ira del centrodestra. Di “grave errore politico” ha parlato il capogruppo di Fratelli d’Italia Marco Squarta: «La Regione non può più aspettare». «La gente chiede chiarezza», ha sottolineato Valerio Mancini, Lega. «Netto dissenso» dal capogruppo di Forza Italia, Roberto Morroni per il quale «non si può narcotizzare il dibattito trasformandolo in un mini congresso del Pd». Per Maria Grazia Carbonari, M5S, la maggioranza «cambia idea di ora in ora su cosa fare. Sarà il momento di chiuderla qui».