I politici tutti pazzi per Instagram: la corsa a chi posta le foto più simpatiche
Politici al voto, tutti matti per Instagram. Smanettano febbrili sul social del momento come un influencer qualsiasi. E postano foto a raffica proprio come farebbero Chiara Ferragni e Fedez, senza temere il ridicolo. La foto col cagnolino, gli avvisi di garanzia resi noti in diretta Fb, due etti di bucatini. La pizza, il babà. Pane e Nutella. Fanno a gara a chi ce l’ha più grossa, la pancia. Si seguono a vicenda e poi, d’un tratto si defollowano, come hanno fatto Salvini e Di Maio. Eccoli, i politici 2.0 – si legge in un divertente servizio dell’Adnkronos – che da qualche tempo hanno scoperto Instagram per mostrare il loro lato umano per racimolare consensi in campagna elettorale. Una volta c’era il rotocalco popolare, come il settimanale Chi di Alfonso Signorini. Ora a scrivere la narrativa del consenso ci pensa Instagram.
La vetrina di Instagram, il social fondato da Kevin Systrom e Mike Krieger e finito nel portafoglio di Zuckerberg, si presta bene per intercettare il pubblico più young, facendo incetta di like, cuoricini e commenti a valanga. «Bacioni dal lago di Como, stiamo controllando che non ci siano barchini o barconi», dice Matteo Salvini sorridendo in camera, mentre in una “storia” si aggira tra le acque comasche. Altra story. Rieccolo spuntare tra i ciliegi di Sassuolo. Felpa verde padano e camicia immacolata: «Ragazzi, mangiare italiano, bere italiano, ma le ciliegie prese dall’albero sono uno spettacolo». Con 1,4 milioni di seguaci, il leader leghista è in assoluto il re di Instagram pur avendo perso molte interazioni proprio di recente.
Più ingessato e ovviamente serioso, invece, Luigi Di Maio. Riempie la bacheca di foto con i suoi sostenitori, stories di comizi, appuntamenti di palazzo. Immancabile la nota gourmet. «Un salto veloce a provare la torta della rinascita, con un’ottima grappa al pino mugo», dice in una storia dal Veneto. Berlusconi, identico a se stesso ormai da vent’anni, tinta dei capelli inclusa, va dritto al sodo: «Domenica 26 maggio votate Forza Italia e scrivete Berlusconi» digita sotto ogni post l’ex premier. Così come fa Giorgia Meloni in posa con l’aglio di Rovigo «contro i Vampiri dell’Unione europea» mentre addenta un babà napoletano e si fa un selfie con Fiamma, barboncina nera e collare tricolore, infarcendo il profilo di “vota italiano”, e “scrivimeloni”. Non colpisce per creatività ma tiene comunque botta, Nicola Zingaretti, che tra bagni di folla, selfie, ritagli di giornale e bandiere dell’Europa, riesce comunque ad agganciare 57mila follower. Secondo un’analisi di Blogmeter, fino a quattro anni fa era Silvio Berlusconi a contare più follower (circa 29.000) e il più alto engagement (oltre 53.000 interazioni tra like e commenti) su Instagram, merito anche delle foto di Dudù e degli scatti in relax con la fidanzata ufficiale, Francesca Pascale, che continua imperterrita a postare foto del suo amato cagnolino.
Il politico 2.0 è più un animale da tastiera che un oratore da piazza. Parla, mangia e si muove come i suoi follower. Usa le emoticon, fa i selfie, compra il sugo pronto e condivide foto di spuntini griffati, gattini e cagnolini. Sceglie foto che possano essere di forte impatto visivo e poi le spalma su tutti i profili. A dirla lunga dei gusti e delle amicizie dei politici sono anche i personaggi che loro stessi seguono su Instagram. Sono sempre pochissimi e molto selezionati: di solito vip e affini, di rado colleghi. Tante, decisamente troppe, le pagine a cui ha dato il “follow”, la ministra della Salute, Giulia Grillo: 2715. Rischia di perdersi. Mentre Zingaretti ne segue 1453, tra cui giornalisti, sindacati, trasmissione tv (come Che tempo che fa). Giorgia Meloni, invece, si ferma a un centinaio. A volte una foto vale più di mille parole. Mentre restano indimenticabili gli scatti del presidente della Camera Roberto Fico che prende l’autobus per andare in Aula o del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli “concentrato” a Montecitorio (e, per quella foto, subissato dagli sfottò), nessuna foto riassume meglio la Terza Repubblica “instagrammabile” dell’addio romantico tra Elisa Isoardi e Matteo Salvini sul letto.