I compagni secondo Salvini: moscerini, zecche, panda, orsi. E i “rossi” impazziscono

13 Mag 2019 16:05 - di Fortunata Cerri

Li fa impazzire di rabbia. E su facebook i “sinistri” sfogano tutta la loro rabbia (e le loro frustrazioni). Matteo Salvini rispedisce al mittenti gli insulti democratici, quelli che gli lanciano i piddini, i centri sociali, i comunisti di ogni forma e misura. E li chiama in ogni modo, uno sfottò continuo a chi va in piazza solo per contestarlo. Ironia e anche un po’ di sarcasmo, da parte del leader leghista. Il repertorio è vario e già si inizia a scrivere il Vocabolario del Capitano. Molti gli esempi. Microfono nelle mani, a Catanzaro, ha apostrofato i kompagni “moscerini rossi”. Li ha ridicolizzati perché, durante tutti i 25 minuti di comizio, avevano fatto la solita sceneggiata antifascista. Ma non solo moscerini, Salvini ha tirato in ballo altri “animali” per bollare i figli di Bella Ciao: dai plantigradi agli insetti, dai panda all’orso bruno, fino all’etichetta più famosa, zecche, come sono chiamati in senso dispregiativo i comunisti. A Scandicci, ha promesso «un museo per proteggere panda e comunisti, due specie in via di estinzione, simpatici entrambi, uno bianco e l’altro rosso». Era il 5 maggio, ma già il 26 aprile da Caltanissetta aveva evocato il panda: «Uno che crede nel comunismo nel 2019 va abbracciato come un panda», aveva detto Salvini a chi lo fischiava dal fondo della piazza.

Salvini: «Il comunista è come un panda»

Stessa scena al cinema Partenio di Avellino, lo scorso 6 maggio. «Mando un affettuoso bacione ai dieci comunisti qua fuori che stanno rendendo questo lunedì più divertente», ha detto il ministro dell’Interno. «Mi stanno simpatici: il comunista è come il panda, un esserino simpatico». A Perugia, qualche giorno prima, spuntava anche un altro animale: «Voi comunisti ci state simpatici, siete una specie protetta come l’orso bruno». Dalle specie a rischio estinzione, come i panda si è ormai arrivati a insetti: moscerini e zanzare. Nel frattempo anche le zecche sono spesso chiamate in causa. A Modena, lo scorso 3 maggio, Salvini, fischiato, ha puntato il dito contro “quattro zecche che fanno casino”. Si è arrivati, così, tra una battuta e un’altra ai moscerini rossi a Catanzaro: «Sento delle zanzare – ha detto Salvini, mentre veniva contestato – sento dei moscerini rossi, andate a trovare Oliviero che vi fate compagnia».

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