Haftar è arrivato: scontri a Tripoli sud. Il governo-fantoccio sostenuto dalla Ue ha le ore contate

25 Mag 2019 18:31 - di Domenico Bruni

Haftar è arrivato. “Violenti scontri” si registrano “nella zona sud di Tripoli”. Lo riferisce il portale di notizie The Libya Observer dopo che l’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar ha rivendicato un’avanzata “a sud e a est di Tripoli”. Il portale di notizie The Libyan Address, vicino a Haftar, ha riferito che ieri l’Lna ha effettuato raid aerei a sud di Tripoli. Il generale ha annunciato il 4 aprile la sua offensiva che punta alla capitale libica. La scorsa notte (per l’esattezza alle prime luci dell’alba) è stato colpito da un velivolo nazionalista l’hotel Rixos dove si riunivano alcuni dei deputati del Parlamento libico. Non si registrano vittime ed evidentemente si tratta di una pressione psicologica su un settore politico, mentre sono in corso tutta una serie di contatti in un momento in cui i combattimenti sono rallentati. A questo punto ci si chiede, visto le capacità militari dei droni cinesi (probabilmente con personale degli Emirati) che operano in sostegno dei nazionalisti di Haftar e dei velivoli d’attacco, come mai non sia stata colpita la nave turca che sabato scorso sbarcava veicoli blindati e altri armamenti a Tripoli. Le vicende libiche sono sempre molto complesse e con non pochi colpi di scena. Del resto i nazionalisti controllano i “rubinetti” delle forniture idriche alla capitale e possono chiuderli a piacimento, come, seppur per poche ore, è già stato fatto. Le forze armate nazionaliste libiche inoltre hanno decretato il blocco dei porti ancora sotto il controllo del Gna, per impedire l’ulteriore afflusso di armi ai loro avversari. Attuarlo non sarà semplice, in quanto sono disponibili poche unità navali e pochi velivoli, ma comunque i rifornimenti di armi diverranno più difficile anche perché le unità potrebbero essere attaccate anche in porto. I nazionalisti dispongono anche di un pattugliatore, ex irlandese, in grado di operare anche a largo. Intanto il numero delle vittime accertate dal 4 di aprile è salito a 510, non tantissimi per un conflitto così vasto ma non pochi per lo stile dei combattimenti medi in Libia.

Libia, l’Onu snocciola i dati sugli sfollati

Intanto sale ancora il numero degli sfollati a causa dei combattimenti in Libia da quando lo scorso 4 aprile il generale Khalifa Haftar ha annunciato l’offensiva dell’Esercito nazionale libico (Lna) per “liberare Tripoli”. Gli ultimi dati diffusi dall’ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari umanitari (Ocha) e aggiornati a ieri parlano di 82.300 sfollati a causa delle ostilità. “La situazione umanitaria continua a peggiorare come risultato diretto del conflitto armato” a Tripoli e intorno alla capitale, si legge in una nota. L’Onu ha denunciato l’uccisione di “altri due operatori sanitari”, morti giovedì in un attacco dell’artiglieria che ha colpito due ambulanze nella zona di Triq Al Matar a Tripoli. I veicoli colpiti “erano chiaramente segnalati” come mezzi di soccorso, ha sottolineato il portavoce del segretario generale dell’Onu, Stéphane Dujarric. “Un medico è morto quando è stata colpita la prima ambulanza – ha spiegato – La seconda è stata centrata mentre cercava di recuperare le vittime del primo attacco: un paramedico è rimasto ucciso e altre tre persone a bordo sono rimaste ferite”. Si è appreso poi che sono tornati nella loro città natale di Zintan i due giornalisti libici, Mohamed Gurj e Mohamed Chibani, di cui si erano perse le tracce a inizio mese in Libia mentre lavoravano sulla linea del fronte a Tripoli. Lo hanno confermato le loro famiglie, come riporta la tv libica al-Ahrar per cui lavorano i due reporter. L’emittente, che aveva denunciato di aver perso il 2 maggio i contatti con i giornalisti, ha annunciato che i due sono stati “liberati” ieri. “Sollievo” per la loro “liberazione” è arrivato da Reporters sans frontières (Rsf) che nei giorni scorsi aveva sollecitato il generale Khalifa Haftar “a fare luce sulle sorti” dei due giornalisti, “catturati il 2 maggio nei pressi di Tripoli dalla brigata Al Kaniat, affiliata” all’Esercito nazionale libico di Haftar (Lna). Il padre di uno dei due reporter ha confermato all’agenzia Xinhua che entrambi i giornalisti stanno bene.

 

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