Grembiule a scuola, Salvini: «Grideranno al Ventennio, ma serve ordine e disciplina»

4 Mag 2019 14:37 - di Alessandra Danieli

Ora evocheranno il Duce e il pericolo del ritorno al fascismo. Dopo il via libero alla reintroduzione dell’educazione civica nelle scuole Matteo Salvini torna sulla proposta, già avanzata da tempo, del grembiule obbligatorio (oggi previsto solo alla materna e alla scuola primaria) per evitare “discriminazioni” tra gli studenti e scommette in anticipo sul coro di polemiche della sinistra ossessionata dal Ventennio e a corto di argomenti. «Vorrei che tornasse il grembiule per evitare che vi sia il bambino con la felpa da 700 euro e quello che ce l’ha di terza mano perché non può permettersela – ha detto dal palco di San Giuliano Terme durante il tour elettorale in Toscana – ma sento già chi griderà allo scandalo ed evocherà il Duce, ma un paese migliore si costruisce anche con ordine e disciplina». La proposta non è nuova ma oggi torna sotto i riflettori con maggiore chiarezza: l’obiettivo è quello del rigore e di evitare passerelle pret-à porter nelle aule scolastiche.

Salvini: sì al grembiule, ora grideranno allo scandalo

Abituato agli attacchi sul presuntiorischio di derive autoritarie (l’obbligo di indossare un abbigliamento uniforme a scuola si consacra durante fascissmo per poi scomparire lentamente a partire dal ’68), il viceministro leghista non è  affatto preoccupato dalla macchina del fango degli avversari sempre all’opera. Il Ventennio non c’entra, se ne facciano una ragione i detrattori, le ragioni sono due: da una parte evitare le diseguaglianze tra aluni più ricchi e meno abbienti e dall’altra riportare “ordine e disciplina”, anche questo un binomio “pericoloso” per chi è alla ricerca di precedenti storici e di gogne ideologiche. Il grembiule uguale per tutti insomma evita discriminazioni e rafforza il senso di appartenenza e il livello di coesione tra i ragazzi, tutto qua. Poi Salvini si leva qualche sassolino di scarpa con Saviano, nemico numero uno del vicepremier leghista. «Il tribunale di Catania sta aprendo un altro processo perché difendo il mio Paese. Se vogliono processarmi, ci vado con il sorriso sulle labbra. E dopo l’assoluzione vengo qui a farmi un bagno per festeggiare. Poi, però, mi metto il costume e Saviano chiede le mie dimissioni, perché il ministro dell’Interno non può farsi il bagno…», dice Salvini rispondendo alle critiche dell’autore di Gomorra sul suo abbigliamento (gli ormai proverbiali giubbotti e divise). «Eh sì, il ministro dell’Interno – scherza il leader della Lega – si deve fare il bagno in giacca e cravatta, senza bagnarsi possibilmente e camminando sulle acque».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *