Giusy Cantone: «Con “Mr. Rehab” il male di vivere diventa chiave di rinascita»

10 Mag 2019 13:18 - di Andrea Giorni

«Bisogna ritrovare l’esistere oltre l’essere». Giusy Cantone, giornalista e consulente, è tornata in Italia in veste di scrittrice, con il suo libro Mr. Rehab.

Da cosa è nata questa avventura? 

Il male di vivere che diventa chiave di rinascita è ciò che Mr Rehab racconta con toni pacati e appassionati. A me il difficile compito di compenetrarmi nel personaggio americano di Steve e riportarne l’arduo percorso di crescita fatto di: perdita, fuga dalla realtà, traumi, incontri e abbandoni. Nel racconto buio e luce si alternano lasciando trasparire la sofferenza che segna la vita quotidiana di ognuno di noi.

Pietrangelo Buttafuoco ha elogiato la sua scelta creativa…

Sì, come riporta in nota lo stesso Pietrangelo Buttafuoco “ogni pagina di questo libro, come richiesto dalla prosa incandescente di Cantone – bravissima a codificare le velocità del dinamismo moderno – svela il risultato colorato e asimmetrico della nostra giornata. E lo fa nella forma propria dell’istantanea creazione dell’opera stessa, dove tutto è luce”. Lo ringrazio di cuore per questa sua istantanea.

La prefazione è invece di Andrea Purgatori, com’è riuscita a unire due giornalisti antitetici? 

Ho semplicemente proposto il libro ad entrambi. Su due confidavo in almeno uno e invece li avuti insieme. Andrea, famoso e puntiglioso giornalista d’inchiesta, ritiene sia importante parlare delle dipendenze e delle problematiche familiari e infantili per questo ha accettato. Considera utile la lettura di Mr Rehab.

Il lettore a cui lei si rivolge?

Tutti, chiunque dal letterato allo studente. Credo sia impossibile non immedesimarsi nella storia. Nel libro sono come presenti diversi pezzi di ognuno di noi. C’è l’adolescenza con le sue inquietudini, la famiglia con il compito di educare e formare tra colpi di coda e incomprensioni, la scuola, gli amici e gli amori. C’è la vita. E poi…. c’è il business mondiale per eccellenza: gli stupefacenti. La cocaina.

È riuscita ad affrontare in poche pagine tanta roba. Come ha fatto e a quale scopo? 

Grazie, al dono della sintesi. Bisogna ritrovare l’esistere oltre l’essere. In qualsiasi parte del Globo terrestre nessuno in vita è esente dal provare dolore. Con questo libro invito, inevitabilmente, all’introspezione. Al di sopra di qualsiasi interpretazione non possiamo nascondere che la differenza tra noi e gli altri va oltre la cultura, la latitudine, il colore della pelle, la lingua. La vera diversità è figlia della forza di reagire, rielaborare e rendere i nostri punti di debolezza forza e resilienza. Ripeto spesso a me stessa “Una vincente trova sempre la strada una perdente invece troverà sempre una scusa”. Ed è in questa chiara e realistica visione che con “Mr Rehab” descrivo “La vita come scelta da vivere”. Tocca solo a noi decidere quale direzione prendere o evitare. Oltre ogni giudizio altrui chi è in pace con se stesso persevererà, prima o poi, verso il bene vero.

Perché “Mr. Rehab”?

Non tolgo al lettore il piacere di leggere la trama bellissima e alquanto drammatica storia di vita del Signor Rehab, protagonista losangelino, ma posso anticipare alcuni messaggi chiave del libro. Con la forza di volontà si può affrontare qualsiasi cosa e trauma. La vita vissuta sopra le montagne russe non può durare molto perché arriva sempre il momento in cui dovremo pagare il conto e ahimè saranno dolori. Solo con il senno del poi spesso capiamo di aver sprecato l’esistenza. Ed è sempre dopo aver acquisito questa prima consapevolezza che si può intraprendere un percorso di “Rehab”. La riabilitazione che personaggi noti dello showbiz italiano, come Donatella Versace, Matteo Cambi, hanno tentato in America. Perché ripeto, si può sperare di vedere la luce dopo il buio più fitto anche se è un duro percorso. Non per tutti. Ami Winehouse, la cantante londinese, citata nel libro ha trovato forse la pace ma nella morte. Non ha voluto affrontare e superare le sue dipendenze e fragilità in vita. Nessuno può farlo al tuo posto. Io ritengo che “A respirare in vita siamo in grado tutti ma ad esistere no”. E non è mica un dettaglio da poco!

Cosa pensa possa dare agli italiani “Mr. Rehab”? 

Spero “Imparare ad essere esistenza”. È questa la missione che il mio “Mr Rehab” si prefigge di comunicare agli altri.
Ho la presunzione di voler dare il piacere di vivere e rendere emozioni in un libro. Ancora una volta mi propongo come una voce fuori dal coro che riporta la crisi dei sentimenti, le difficoltà relazionali e socioaffettive delle società moderne e soprattutto, apro a un dibattito e una rflessione improcrastinabile, dall’America all’Italia sulla legalizzazione o meno delle droghe.

In Italia sono nati come funghi i negozi di cannabis. Cosa pensai, condivide la linea di Salvini? 

Io con inchiesta e ricerca sul campo riporto esempi veri di vite Oltreoceano, racconto la California, il più popoloso stato degli Usa, che il primo gennaio 2018 ha legalizzato vendita e consumo di marijuana anche per scopi ricreativi. Come era prevedibile non è oro tutto quello che luccica. Abbiamo la possibilità di comparare la nostra vita futura con quella di Paesi precursori e invece di rimediare i danni ci buttiamo la zappa sui piedi. Sono tante le fandonie raccontate da molti. In California sul fronte economico, il peso fiscale porta ad alzare troppo i prezzi e spingere i consumatori di nuovo nel mercato nero tanto che è stata lasciata libera scelta alle diverse municipalità di accogliere o meno la nuova giurisdizione. Va poi aggiunto che i costi per la Rehab sono spropositati. Ogni anno, decine di migliaia di persone ricevono cure per tossicodipendenza e / o alcolismo a Los Angeles. Ci sono forti dubbi numeri alla mano sulla convenienza della legalizzazione. Sempre in chiave sanitaria: nel Colorado, tra i primi a legalizzare la marijuana, si è registrato un incremento di visite e interventi dovuti a un uso eccessivo di droga.

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