Festa del lavoro? No, dell’antifascismo. La Cgil esalta la piazza rossa attaccando il Ventennio

1 Mag 2019 18:24 - di Marta Lima
landini

Antifascismo, porti chiusi da aprire, CasaPound da chiudere, poi, a margine, qualcosina anche su quello che dovrebbe essere il tema del giorno, l’economia, il lavoro, i diritti dei lavoratori, il Paese in recessione. Il Primo Maggio di Bologna, per la Cgil, ha visto sul palco il neo segretario Maurizio Landini, davanti a circa 30mila i partecipanti, aizzati contro la destra e contro il governo giallo-verde. “Meglio lo 0,1 che niente, ma non è neanche un prefisso, se guardiamo i dati complessivi noi continuiamo a essere indietro”, ha detto Landini, per poi virare sulla politica e Salvini: “Se vuole rispettare la Costituzione su cui ha giurato non deve chiudere i porti, ma deve chiudere le sedi di Casapound”.
Il segretario ha poi ripercorso alcune tappe della storia e avviato un lungo j’accuse sulle leggi razziali, il Ventennio, la guerra, la chiusura della Camera del lavoro per andare a parare sul tema dell’antifascismo. “Il fascismo – ha detto – non è un’idea, il fascismo è un crimine e lo dobbiamo ricordare sempre”.  Quanto bastava per esaltare la piazza “rossa”, che ha a lungo applaudito. In testa al corteo che ha attraversato le strade di Bologna, lo striscione ‘La nostra Europa: lavoro, diritti e stato sociale’ e i tre leader nazionali Maurizio Landini (Cgil), Anna Maria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil). Presenti, tra gli altri, l’ex leader Cgil Susanna Camusso, l’arcivescovo di Bologna monsignor Matteo Maria Zuppi, rappresentanti delle istituzioni locali, col presidente di Regione Stefano Bonaccini e il sindaco Virginio Merola, e rappresentanti nazionali, come il senatore Vasco Errani (Liberi e Uguali).

Commenti

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  • MICHELE MASTROMARINO 2 Maggio 2019

    Non avendo validi argomenti, si arrampicano su qualcosa che è accaduta 80 anni fa, comunque giustificata dagli eventi storici del periodo.