Eutanasia, stop alle cure per Vincent Lambert. La drammatica reazione dei genitori
Sono iniziate a Reims, in Francia, le procedure per interrompere le cure a Vincent Lambert e mettere fine alla sua vita, contro la volontà degli anziani genitori. Lambert, che oggi ha 42 anni, si trova in stato vegetativo cronico da oltre 10 anni, ovvero da quando nel 2008 ebbe un incidente che lo ridusse in coma. Eppure non è un “vegetale”. I genitori Pierre e Viviane, una sorella e un fratellastro combattono ormai da anni perché Vincent sia tenuto in vita, ribadendo che «ha delle reazioni» e «sente quello che gli accade intorno». Sono invece per l’interruzione delle cure la moglie e gli altri fratelli, che già nel 2013 si spesero per questa scelta, poi bloccata dal ricorso dei genitori. «Lo stanno uccidendo, senza averci detto nulla, sono dei mostri», ha detto la madre, spiegando di aver appreso dell’inizio della procedura solo questa mattina da una email.
Morirà per insufficienza renale
Il 10 maggio era stato il primario del reparto di cure palliative e cerebrolesi del Policlinico universitario di Reims, Vincent Sanchez, a comunicare che era stata presa la decisione di “staccare la spina”, ma senza dare una data precisa per l’inizio della procedura. Si sapeva però che da questa settimana sarebbero state sospese nutrizione e idratazione artificiali, un processo che porterà all’insufficienza renale e quindi alla morte. La decisione era stata assunta dopo il nuovo pronunciamento in questo senso del Consiglio di Stato, avvenuto lo scorso aprile. E a nulla sono valse le contromosse dei genitori, che hanno anche scritto a Macron denunciando un «reato di Stato commesso con un colpo di mano contro lo Stato di diritto». Medici e tribunali si appellano alla legge Claeys-Leonetti del 2016 che, se proibisce l’eutanasia e il suicidio assistito, prevede però l’interruzione delle cure in caso di accanimento terapeutico contro il volere del paziente o in seguito a una «decisione collegiale», rappresentata qui dalle testimonianze della moglie. La legge prevede anche che, oltre alle procedure per la fine delle cure palliative, sia garantita una sedazione «controllata, profonda e continua» e la somministrazione di analgesici «per precauzione».
«È la prima eutanasia legale in Francia»
Di fronte all’ospedale ieri si sono radunate duecento persone, per protestare contro quella che il fratellastro di Vincent, David Philippon denuncia come la «prima eutanasia legale» in Francia. «Vincent non è in fin di vita. Ha delle reazioni», ha raccontato la madre, mentre è stato ancora il fratellastro a sottolineare che «quando ha visto i suoi genitori, venuti a trovarlo per informarlo della decisione, si è messo a piangere». «Sente quello che gli accade intorno», ha aggiunto l’uomo che sostiene, insieme a una sorella, la posizione dei genitori, profondamente cattolici. Sul caso di Vincent Lambert si è espresso anche il Comitato per i diritti delle persone con handicap dell’Onu, che ha chiesto nei giorni scorsi il proseguimento delle cure in attesa dell’esito di un esame più accurato della vicenda. C’è poi il precedente drammatico del primo tentativo di staccare la spina nel 2013: dopo 31 giorni dalla sospensione delle cure artificiali Vincent era ancora in vita (i medici gli somministravano solo 200 millilitri di soluzione idratante al giorno) e il tribunale, su richiesta dei genitori, ordinò di riprenderle.
Meloni: «Pensano al malato come a uno scarto. Diciamo no»
Sul caso è intervenuta anche la presidente di FdI, Giorgia Meloni, ricordando che «Vincent Lambert non è una persona morente. Respira da solo, si sveglia e si addormenta ogni giorno, segue spesso l’interlocutore con lo sguardo». «Vincent Lambert è vivo. Come moltissimi disabili ha bisogno delle macchine per nutrirsi e idratarsi», ha aggiunto Meloni, chiedendo alla Francia «di fermarsi e di farlo subito prima che muoia un innocente». «Noi rifiutiamo una società nella quale burocrati e giudici decidono al posto dei genitori, contro i genitori, cosa sia giusto per i propri figli. Rifiutiamo una società nella quale una persona malata viene considerata uno scarto, un costo inutile, un problema. Noi non abbiamo paura di far sentire la nostra voce: Fratelli d’Italia difende il diritto alla vita sempre e comunque», ha avvertito Meloni, ricordando la partecipazione, anche organizzativa, di FdI al sit-in che si è tenuto stamattina in piazza Montecitorio.