È il giorno di Falcone, tra commozione e veleni. I “professionisti” dell’antimafia contro Salvini

23 Mag 2019 9:29 - di Lucio Meo

Inizia la lunga giornata di celebrazioni per il 27esimo anniversario della strage di Capaci. Un lungo applauso, i palloncini con i colori del tricolore, i nomi dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, di Francesca Morvillo e degli agenti delle scorte, l’inno di Mameli e gli striscioni per ribadire che ‘Le loro idee camminano sulle nostre gambe’. Palermo ha accolto così la Nave della Legalità, salpata ieri dal porto di Civitavecchia con a bordo 1.500 studenti provenienti da tutta Italia e attraccata intorno alle 8 al porto del capoluogo siciliano. Sulla poppa dell’imbarcazione come ogni anno è stata srotolata la gigantografia che ritrae i giudici Falcone e Borsellino in un sorriso complice.

«Voi ragazzi assumete un compito. Imbarcandovi su questa Nave, compiendo la traversata, sbarcando a Palermo, lanciate un messaggio: la mafia sarà sconfitta, sarà debellata definitivamente» ha detto ieri il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, salutando i ragazzi a Civitavecchia. E a loro ha ricordato alla vigilia di un anniversario costellato di polemiche e defezioni che “l’impegno di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino non è scomparso, non si è interrotto, è stato assunto da tante altre persone con senso del dovere e senso di responsabilità”. Ad accompagnare il piccolo ‘esercito’ di studenti nel lungo viaggio che apre le celebrazioni per il 27esimo anniversario della strage di Capaci sono stati, tra gli altri, i ministri dell’Istruzione, Marco Bussetti, e della Giustizia, Alfonso Bonafede, il procuratore nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, Nando Dalla Chiesa e l’ex presidente del Senato, Pietro Grasso, ancora una volta a bordo della Nave della legalità per “un viaggio carico di emozioni e di speranze”.
Al porto di Palermo i ragazzi hanno trovato le delegazioni delle scuole della città e di tutta la Sicilia, Maria Falcone, sorella del giudice antimafia ucciso nella strage di Capaci e presidente della Fondazione che porta il suo nome, il sindaco Leoluca Orlando, l’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla. Per loro tappa adesso all’aula bunker del carcere Ucciardone, per assistere alla cerimonia istituzionale nel luogo in cui fu celebrato il primo maxi processo a Cosa Nostra. Una tappa, quest’ultima, costellata da veleni e polemiche. All’appuntamento annuale nell’aula bunker dell’Ucciardone di Palermo, organizzato dalla Fondazione Falcone, ci saranno il premier Conte e il ministro Salvini, ma quest’anno molti leader di associazioni note per l’impegno antimafia non ci saranno. Ma neppure il Governatore Nello Musumeci e il presidente dell’Antimafia all’Ars Claudio Fava. Al centro della polemica la presenza del ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Tra i volti storici dell’antimafia c’è chi invita apertamente a boicottare l’evento, come il fratello di Peppino Impastato, Giovanni. Anpi e Arci Palermo hanno così organizzato una sorta di contromanifestazione alla Casina No mafia di Capaci. “Siamo stanchi di questa parata istituzionale quando sappiamo che tutte le stragi che ci sono state hanno visto pezzi dello Stato coinvolti”, dice Giovanni Ferro, tra i promotori dell’appello.

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