Donzelli: «La sinistra sta favorendo il monopolio francese in Italia sui trasporti»
«La sinistra toscana si affretta a regalare 4 miliardi di euro della più grande gara sul Trasporto Pubblico Locale d’Europa, in palese violazione della concorrenza, a Ratp, la Régie autonome des transports parisiens, un soggetto pubblico francese che non paga imposte e non è soggetto ad Iva», denuncia con forza il deputato di Fratelli d’Italia Giovanni Donzelli che, sul caso, ha chiesto al governo Conte di intervenire presentando un’interrogazione parlamentare.
La questione è quella, spinosissima e contestata nei Tribunali, della gara unica europea e pluriennale per il trasporto pubblico locale di tutta la Regione Toscana. Una gigantesca torta da 4 miliardi di euro che fa gola a molti.
Nel 2016 la concessione del trasporto pubblico in Toscana va ad Autolinee Toscane, azienda partecipata dai francesi di Ratp, la società pubblica francese che agisce sotto l’autorità dello Stif, il Syndicat des transports d’Île-de-France e che gestisce i servizi di trasporto di massa a Parigi e nel suo entroterra.
Si parla di una cosa imponente, basti pensare che la Ratp, che ha vinto la gara da 4 miliardi di euro (a cui vanno ad aggiungersi 190 milioni di euro destinati all’acquisto di nuovi mezzi e il ricavato della vendita di biglietti e abbonamenti) assieme ad Autolinee Toscane, fattura 5 miliardi di euro.
Il Consorzio concorrente Mobit, che fa capo a Ferrovie dello Stato, fa ricorso al Tar della Toscana sostenendo che Autolinee Toscane avrebbe dovuto essere esclusa dalla gara in virtù di un regolamento europeo del 2007, che prevede il divieto per un “operatore interno” di partecipare a gare relative a bacini territoriali diversi da quelli in cui già opera in condizioni di vantaggio non concorrenziale, come Ratp in Francia.
Il Tar annulla l’aggiudicazione della gara ad Autolinee Toscane escludendo anche l’offerta di Mobit.
Di ricorso in ricorso si arriva, quindi, al Consiglio di Stato. Che si rivolge, a sua volta, alla Corte di giustizia europea.
Il 21 marzo scorso arriva la sentenza della Corte Europea. Che giudica valida la gara.
E, senza attendere il pronunciamento del Consiglio di Stato, previsto per ottobre prossimo, il presidente della Regione Toscana, l’esponente Pd, Enrico Rossi, accelera decretando l’affidamento del servizio a Ratp.
Una decisione che fa volare gli stracci a sinistra e spacca lo stesso Pd locale con il presidente del Consiglio regionale, Eugenio Giani, Pd, che contesta Rossi. Il quale, a sua volta, replica parlando di attacco indebito e inopportuno.
«Il fascino transalpino per la sinistra è evidentemente irresistibile: dopo aver avallato le rivendicazioni d’Oltralpe sulle origini del genio di Leonardo da Vinci, la Regione Toscana forza inspiegabilmente la mano per affidare alla società di proprietà del governo francese Ratp il trasporto pubblico locale. Una scelta incomprensibile che conferma i sintomi di allergia alla tutela dell’interesse nazionale italiano dei nostri amministratori – contesta Donzelli – La Francia con un blocco impedisce alle imprese italiane, come a quelle di tutti gli altri paesi europei, di partecipare a tali affidamenti, noi invece abbiamo il “genio” Enrico Rossi pensa bene di forzare la mano per dare il via libera agli stranieri: per farlo anticipa persino la decisione formale del Consiglio di Stato che dovrà esprimersi sui ricorsi. Una scelta che, tra l’altro, provocherà ulteriori contenziosi giudiziari», avverte l’esponente di Fratelli d’Italia.
«Quello francese sui trasporti in Toscana – rivela Donzelli – sarà un vero monopolio: oltre ai bus, la gestione del servizio tramviario fiorentino è già oggi in mano all’altra francese Gest», azienda anch’essa appartenente a Ratp.
«Fino al 2012 – scrive, infatti, Gest SpA sul proprio sito – la società era composta al 51 per cento dalla società francese Ratpdev del gruppo Ratp, uno dei gruppi più grandi a livello mondiale nell’ambito del trasporto pubblico, e al 49 per cento da Ataf, azienda locale di trasporto su gomma. Da fine 2012, Ratpdev ha rilevato l’usufrutto del 49 per cento delle quote di Ataf, così che Gest è attualmente al 100 per cento appartenente al gruppo francese».
Dunque è la stessa Gest a confermare quanto denunciato da Donzelli.