Delitto di Marco Vannini, non fu Antonio Ciontoli a sparare? Arriva l’indiscrezione delle “Iene”
«Una chiave di volta». Così la Iena Giulio Golia definisce all’Adnkronos la nuova testimonianza al centro del servizio sul caso Vannini che andrà in onda a Le Iene, nella puntata di domani (dalle 21.10) in onda su Italia1. Una testimonianza importante quella di Davide Vannicola, amico dell’ex comandante dei carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo, con il quale il militare si sarebbe confidato raccontando della telefonata che avrebbe ricevuto da Antonio Ciontoli subito dopo lo sparo a Marco Vannini, che potrebbe rimettere in discussione la ricostruzione dell’omicidio del ragazzo morto in seguito a un colpo di pistola e per cui è stato condannato a cinque anni il padre della fidanzata del giovane. Davide Vannicola spiega a Le Iene: «Un giorno Izzo mi viene a trovare in negozio e mi dice: “Amico mio, forse ho fatto una cazzata, che forse a livello di coscienza non si può recuperare perché è morto un ragazzo. E’ una cosa che mi porterò dentro tutta la vita”». Poi l’ex comandante gli avrebbe chiesto: «Hai sentito parlare del caso Vannini?», e gli avrebbe confidato questo dettaglio clamoroso, come racconta Vannicola: «Ciontoli aveva chiamato Izzo dicendo «Hanno fatto un guaio grosso, mi devi aiutare, c’è il ragazzo di mia figlia ferito nella vasca». «Hanno fatto?», «Sì, gli aveva detto così», conferma Vannicola a Golia. La chiamata di Antonio Ciontoli a Roberto Izzo sarebbe partita prima ancora di aver chiamato l’ambulanza. Per questo l’ex comandante dei carabinieri avrebbe confidato a Vannicola di avere problemi di coscienza. «La telefonata -spiegano le Iene- non risulta agli atti, mentre risulta quella di Ciontoli all’ex comandante partita all’1.18, quando erano già in ospedale. Con che telefono sarebbe stata fatta quindi la chiamata?».