Dai Cinquestelle di De Vito linciaggio e bugie contro 4 candidati di Fdi

22 Mag 2019 13:41 - di Francesco Storace

Spazzacorrotti come strumento di diffamazione. Grazie Di Maio, grazie Salvini. Si usa una legge dal titolo impegnativo per gettare fango su amministratori e militanti politici perbene.

Stamane dal blog dei Cinquestelle l’ultima sorpresa infame per tentare invano di frenare l’avanzata di Fratelli d’Italia alle europee. E per buttarla in caciara hanno preso dal sito del ministero dell’interno la fedina penale di quattro candidati del partito di Giorgia Meloni per metterli all’indice.

Non un giorno di reclusione

Non un giorno di reclusione. Solo multe per fatti che gli scappati di casa non possono certo conoscere quanto a valore morale; e non certo per mazzette. Per quello possono rivolgersi a Regina Coeli a Marcello De Vito, i calunniatori di professione.

Luca Romagnoli, candidato nell’Italia centrale, andò anni addietro a Basovizza, a rendere omaggio alle Foibe. Vide una corona con un fiocco dei partigiani sloveni. Lo tolse “era un vero vilipendio”, ricorda, e si beccò ben sessanta euro di multa. Una medaglia, piuttosto. Era deputato europeo e non chiese l’immunita’ parlamentare.

Fabrizio  Bertot, candidato nel nord-ovest, si fece una bella lite al seggio elettorale per alcune schede contestate alle comunali di Rivarolo. Su quella lite poi il Tar gli diede ragione e diventò sindaco con il riconteggio dei voti. Tremila euro di ammenda per aver avuto ragione. Giustamente gli furono “indultati”.

Salvatore Ronghi, candidato al sud, fu coinvolto in una rissa politica nel 1974. Sapete quanto ha dovuto scontare? Una multa da cinquanta euro!

Infine, Raffaele Stancanelli, candidato nelle isole. Da sindaco della sua città, Catania, ha dovuto pagare – non intascare – quattromila euro di ammenda per responsabilità oggettiva in relazione a locali non in regola con i parametri previsti dalla legge. È chiaramente una responsabilità soggettiva dei dirigenti, ma in materia risponde il Sindaco.

Disinformazione criminale

Ecco, dai Cinquestelle un’operazione di disinformazione criminale, come se si trattasse di delinquenti.

Tutto questo per attaccare Giorgia Meloni e il suo partito. Miserabili, senza argomenti. Si dedichino alle malefatte dei loro amministratori in tante parti d’Italia.

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