Corruzione, arrestati sindaco e due assessori di Legnano. E Di Maio brinda
Si allarga ulteriormente l’inchiesta sulla corruzione a Milano e in Lombardia, che sta catalizzando larga parte dell’attenzione in questo scorcio di campagna elettorale, rischiando di condizionarla. I finanzieri del Comando provinciale di Milano, su disposizione della procura di Busto Arsizio, hanno arrestato tre persone, falcidiando la giunta di centrodestra di Legnano. Si tratta del sindaco leghista Gianbattista Fratus, del suo vice, l’azzurro Maurizio Cozzi e dell’assessore alle Opere pubbliche Chiara Lazzarini. Per Fratus e Lazzarini sono stati disposti i domiciliari, per Cozzi la custodia in carcere.
Lo sciacallaggio di Di Maio
I tre rispondono a vario titolo di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione elettorale. Oltre agli arresti, nell’ambito dell’operazione battezzata “Piazza Pulita”, sono state disposte diverse perquisizioni, che hanno impegnato oltre 50 finanzieri. I nuovi arresti – come non solo prevedibile, ma inevitabile – sono immediatamente diventati oggetto di campagna elettorale, dando vita all’ennesimo botta e risposta a distanza tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. «Sono molto preoccupato per i casi emersi in questi giorni di arresti e indagati tutti per casi di tangenti e corruzione, che hanno coinvolto sia la destra che la sinistra. C’è un’evidenza, ovvero che il sistema dei partiti continua ad essere fortemente inquinato, spuntano tangenti ovunque, giorno dopo giorno e la scelta in vista delle europee sembra essere sempre più chiara: il 26 maggio la scelta sarà tra noi e questa nuova tangentopoli», ha commentato Luigi Di Maio in una nota, prima ancora che si conoscessero i motivi degli arresti e dimenticando, evidentemente, i guai che lo stesso M5S ha dovuto fronteggiare per casi di corruzione al proprio interno. Ricordati, invece, da Anna Maria Bernini: «Di Maio non si accorge di fare lo sciacallo di se stesso. La scelta, semmai, è infatti tra la presunta Tangentopoli lombarda e la presunta Tangentopoli grillina del Campidoglio. Per fare i giacobini bisogna avere buona memoria, e Di Maio evidentemente l’ha smarrita», ha commentato la presidente dei senatori di Forza Italia.
Salvini: «Ho fiducia nei miei uomini»
«Ho fiducia nei miei uomini e nei magistrati», è stato invece il commento di Salvini, che ha comunque ribadito che il governo non sarebbe a rischio: «Ho dato la mia parola agli italiani», ha detto, sottolineando però che «dispiacciono gli insulti di Di Maio e i Cinquestelle».