Con quelle accuse l’onorevole Palamara sarebbe già in galera. Come De Vito

31 Mag 2019 11:48 - di Francesco Storace

E se fosse stato l’onorevole Palamara? Che cosa avrebbe fatto il magistrato Palamara di fronte ad un politico accusato di aver intascato 40mila euro per una nomina? Con tanto di gioielli e villeggiature pagate?

Quell’onorevole sarebbe già in galera. Oppure in attesa di andarci dopo l’immancabile concessione dell’autorizzazione all’arresto da parte del Parlamento indignato per tanta ruberia.

Cane non mangia cane

Ovviamente, non auspichiamo la cattura del magistrato che si è fatto pizzicare dopo tanti anni i morale al prossimo; e da buoni garantisti vogliamo credere che sia innocente.

Ma abbiamo il diritto di chiederci perché cane non mangia cane. E se c’è – per caso – una giustizia diversa per la magistratura. 

Se è vero poi che il traffico di quattrini e “utilità” avviene per manipolare nomine di magistrati in questa o quella sede giudiziaria – mentre si gioca alle grandi manovre sulla procura di Roma – c’è da avere paura. Perché fa rabbrividire sapere che un potere spregiudicato combatte a suon di decine di migliaia di euro la battaglia per indagare o giudicare altre persone.

Su Roma decida il Colle

Vorremmo sentire la voce del presidente della Repubblica, che del CSM è capo. Vorremmo essere rassicurati che non c’è nulla di vero. Che quanti vengono interrogati a palazzo di giustizia non devono rispondere alle domande di chi sta nei guai più di loro. Ma il silenzio resta tale.

Presidente Mattarella, mai come in questo momento, Lei ha il dovere di alzare la voce e pretendere che le correnti della magistratura si astengano dall’imporre nomi graditi a questa o quella. Almeno nella Capitale risparmiateci l’onta del Sospetto. È necessario nominare un magistrato al di sopra di ogni ragionevole dubbio. Lo scelga il Capo dello Stato, lo indichi alla luce del sole. Abbiamo bisogno di giustizia e non di manovre spericolate.

Se Marcello De Vito viene arrestato e Palamara no, qualche problema si pone. E noi invece vorremmo continuare a fidarci del servizio giustizia. Anche se il ministro Bonafede non se ne accorge.

Commenti

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  • Cesare Zaccaria 31 Maggio 2019

    LA MALA GIUSTIZIA , LA ABNORME PRESSIONE FISCALE, LA BUROCRAZIA KAFKIANA, LA COSTITUZIONE CON LE DUE CAMERE PARITARIE SONO LE PALLE AL PIEDE DI UN PAESE CHE POTREBBE AMBIRE AD ESSERE UN PAESE RICCO E FELICE.