Cecile Kyenge: per la piena integrazione dei migranti ci vuole il diritto di voto

2 Mag 2019 15:03 - di Redazione

Cecile Kyenge al convegno State of Union, in corso a Fiesole,  ha avuto almeno il pregio di parlare chiaro, ripetendo il mantra delle sinistre sull’immigrazione: una risorsa che va gestita in modo opposto a come stanno facendo Salvini e il suo amico Orban. Fin qui nulla di nuovo ma l’europarlamentare del Pd è andata oltre: i flussi non devono essere contenuti e i rimpatri e respingimenti non vanno eseguiti. Non solo l’integrazione, per essere piena e concreta, deve prevedere il diritto di voto e di cittadinanza.

“La realtà ci dimostra quotidianamente – ha detto Cécile Kyenge – che le destre xenofobe non sono in grado di dare una risposta politica alla migrazione. Visione emergenziale, approcci violenti e antiumani, tentativi non riusciti di contenimento dei flussi e distruzione del clima di pace e coesione sociale. Questo è quanto emerge dalle politiche salviniane e anche da quelle adottate dai suoi amici in giro per l’Europa, quale Orban”.  “I porti chiusi – ha aggiunto – sono una menzogna propagandistica. Non solo non lo possono fare, ma anche potendo, non fermerebbero comunque la migrazione perché trattasi di un fenomeno più grande di loro. Invece di polemizzare con l’Ue, occorre costruire insieme agli altri Paesi le condizioni per una politica europea della migrazione, nella condivisione delle responsabilità. L’unica risposta efficace in tema di migrazione deve essere globale e incentrata su: eliminazione delle cause profonde; lotta contro il traffico delle persone; politiche di accoglienza e integrazione; politiche di ritorno non centrate su respingimenti e rimpatri”. ”I pilastri fondamentali delle politiche di accoglienza e integrazione siano – ha concluso – la lotta al razzismo e l’ottenimento della cittadinanza”.

“Investiamo – esorta la Kyenge – sulla riuscita delle politiche d’integrazione offrendo possibilità concrete, avendo il coraggio di accogliere la sfida democratica della vera partecipazione politica con il riconoscimento del diritto di cittadinanza, del diritto di voto, del diritto di essere eletti per rappresentare il Paese in cui si vive e si lavora, il diritto a restituirgli prosperità economica e apporto di nuove idee”.

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