CasaPound, botta e risposta sui social. “I fascisti non vanno protetti”. “Sono i compagni a creare disordini”

25 Mag 2019 17:10 - di Redazione
di stefano casapound

Nell’era dei social le battaglie non si combattono solo sul campo e i rivali politici si scagliano l’un contro l’altro a suon di tweet e post sui social. È la rete insomma il campo della contesa. E’ così che due personaggi opposti del panorama elettorale odierno, Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) da una parte e Simone Di Stefano (CasaPound) dall’altra, si trovino a cinguettare – trattandosi di Twitter – sugli scontri di Genova e l’imponente presenza dei poliziotti in tenuta antisommossa. “Trovo vergognoso che risorse di questo Paese, come le forze dell’ordine, siano impegnate e spese per consentire ai fascisti di tenere comizi in piazza” esordisce il segretario di Sinistra Italiana. “Se non ci fossero i tuoi amici – gli risponde Di Stefano – che assaltano la polizia per cercare di andare a sprangare i cittadini che ascoltano il comizio di una forza politica che democraticamente si candida alle elezioni, le forze dell’ordine potrebbero fare altro. Fenomeno”.

Dimesso il giornalista di Repubblica ferito

Ha lasciato oggi l’ospedale Galliera di Genova, intanto,  Stefano Origone, il giornalista di Repubblica picchiato dagli agenti durante una carica della polizia due giorni fa in piazza Corvetto. Il cronista è stato operato ieri ad una mano per una frattura scomposta alle dita, colpito mentre era a terra dalle manganellate. A salvarlo è stato un agente di polizia, che lo ha riconosciuto e lo ha soccorso, portandolo a braccia fuori dal perimetro degli scontri. Origone e il poliziotto che lo ha soccorso verranno ascoltati nei prossimi giorni dalla squadra mobile, incaricata di ricostruire l’accaduto. Sulla vicenda è stato aperto un fascicolo dalla Procura, per ora a carico di ignoti, per lesioni aggravate. Un secondo fascicolo invece riguarda i manifestanti che si sono scontrati con le forze dell’ordine: in questo caso degli approfondimenti è incaricata la Digos di Genova.

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