Caracas, le guardie rosse di Maduro attaccano i seguaci di Guaidò in rivolta
1 Mag 2019 20:18 - di Antonio Pannullo
1° maggio drammatico a Caracas, la capitale del Venezuela da giorni in preda ai disordini: scontri sono esplosi tra manifestanti e la Guardia nazionale bolivariana del dittatore Nicolas Maduro mentre sono in corso le marce contrapposte di sostenitori di Maduro e oppositori seguaci di Juan Guaidò. Lo riferiscono i media internazionali. Insieme agli scherani di Maduro agiscono anche miliziani e ufficiali cubano da tempo presenti nel Paese. Cuba si è di fatto impossessata delle preziose risorse del Venezuela. Gli incidenti – riferisce l’agenzia Ansa – sono avvenuti nella zona di La Florida, al nord di Caracas, dove gli agenti della Guardia nazionale bolivariana, una sorta di guardia presidenziale, hanno utilizzato gas lacrimogeni, proiettili di gomma e sfollagente per disperdere centinaia di oppositori che chiedevano la fine della usurpazione del potere da parte di Maduro. Nonostante l’intervento brutale delle forze dell’ordine, i dimostranti non hanno arretrato e sono rimasti nella zona. “Non abbandoneremo le strade – hanno sostenuto i leader della protesta – perché non abbiamo paura, e perché non ne possiamo più di questo malgoverno”. Ma quello che la popolazione venezuelana non può più tollerare sono la fame, la carenza dei generi di prima necessità, l’esodo forzato di centinaia di migliaia di venezuelani nelle nazioni confinanti. Altri disordini sono avvenuti nelle vicinanze della base aerea di La Carlota, dove ieri Guaidò, e Leopoldo Lopez, leader di Voluntad Popular, insieme ad un gruppo di militari hanno cercato di entrare nell`installazione militare.
Guaidò non si arrende e procama lo sciopero generale
Il leader dell’opposizione, il presidente ad interim, Juan Guaidó, non si arrende e annuncia ulteriori iniziative: a partire da domani comincerà un programma di scioperi scaglionati nell’amministrazione pubblica, fino a far sì che tutti i settori si uniscano ad uno sciopero generale nel Paese. Lo riferisce l’Ansa. “Domani – ha dichiarato durante una manifestazione a Caracas in occasione della Giornata dei lavoratori – sosterremo la proposta che ci hanno fatto i lavoratori di scioperi scaglionati, fino ad ottenere uno sciopero generale”. Guaidó ha quindi sottolineato che in Venezuela “non abbiamo nulla da festeggiare” perché l’ultimo “aumento salariale è già andato in fumo” davanti all’iperinflazione esistente. “Resteremo nelle strade fino ad ottenere la fine dell’usurpazione di Maduro, un governo di transizione e libere elezioni”, ha assicurato il leader oppositore.
Risposta a Francesco Storace.
Io leggo di tutto ed il Manifesto non è tra le mie letture preferite.
Per la situazione internazionale mi informo in particolare da bravi giornalisti de “Il Giornale” e “La Verità” e da altri sia di sinistra che di destra.
Non mi servo certamente di Repubblica, Corriere, Stampa o L’Espresso, ne di Gruber, Fazio, Saviano ecc, perfettamente in linea col vostro attuale modo di informare su quello che succede nel mondo.
Siete anche in buona compagnia del PD e di tutta la sinistra ufficiale.
Puntiglioso, però. Comunque grazie per la lettura del nostro giornale
I vostri articoli sul Venezuela sono insopportabili.
Riportate notizie false riprese “dai media internazionali”.
Non sono certamente uno chavista, ma piegarsi così supinamente ad un colpo di stato yankee è inaccettabile.
Sovranisti a fasi alterne.
Non voglio più ricevere il vostro giornale.
Libero di leggere Il Manifesto