Braccianti agricoli stranieri a 3 euro all’ora: smascherata la coop sfruttatrice

14 Mag 2019 13:35 - di Redazione

Smantellata dalla Guardia di finanza un’organizzazione che sfruttava braccianti agricoli che venivano impiegati in condizioni vessatorie nel trapanese. Le Fiamme gialle hanno eseguito quattro provvedimenti cautelari di obbligo di dimora nei confronti di tre italiani ed un cittadino rumeno, che dovranno rispondere di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Sono in corso numerose perquisizioni. Inoltre, è stata posta sotto sequestro la cooperativa agricola, del valore di circa 400 mila euro, che forniva da diversi anni servizi di manodopera a diverse ed importanti aziende del territorio trapanese e non solo. Nominato dal gip del Tribunale di Marsala un custode con funzioni di amministratore giudiziario. Le indagini hanno consentito agli investigatori di accertare l’esistenza nel trapanese, da quasi un decennio, di un’attività mai interrotta negli anni e tuttora in essere, dedita allo sfruttamento di braccianti agricoli di nazionalità rumena.

Turni da 12 ore al giorno: la coop agiva in Sicilia

I lavoratori venivano reclutati e accompagnati sui campi da lavoro, nella disponibilita’ della Cooperativa in virtu’ di contratti di affitto e comodato, a Marsala, Mazara del Vallo, Partanna, Salemi, Castelvetrano e Pantelleria per essere impiegati in nero ed in condizioni vessatorie.
Inoltre, secondo quanto accertato dalla Guardia di finanza, erano sottoposti a continua sorveglianza e violenze, intimidazioni, offese a sfondo razziale, minacce, talvolta anche mediante uso delle armi, per un compenso di 3 euro all’ora a giornata lavorativa di 11/12 ore, dal lunedi’ al sabato, dalle cinque del mattino alle quattro del pomeriggio con la possibilita’ di fruire al massimo di mezz’ora per la pausa pranzo. La complessa attivita’ investigativa ha consentito di accertare le peculiari modalita’ con le quali si realizzava la sottoposizione dei lavoratori stranieri alle gravissime forme di sfruttamento e di approfittamento del loro stato di bisogno e necessita’, molti dei quali dovevano mantenere le loro famiglie che si trovavano in condizioni economiche estremamente disagiate. In particolare i lavoratori erano perennemente esposti a situazioni di grave pericolo, essendo impegnati in attivita’ di spietratura dei terreni, potatura delle coltivazioni con l’uso di forbice elettrica, zappatura, raccolta delle uve e spargitura di diserbanti, insetticidi ed altri fitofarmaci altamente nocivi, mediante pompe a mano senza sosta alcuna, in qualunque condizione meteorologica, in assenza di alcun presidio che garantisse la tutela della loro sicurezza, costretti ad astenersi dal richiedere le cure nei presidi ospedalieri e, comunque, a celare la causa degli infortuni occorsi.

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