Assange, la Svezia riapre il dossier per stupro. Londra deciderà a chi darlo
Toccherà «alle autorità britanniche» che hanno arrestato Julian Assange e che lo tengono in detenzione «stabilire quale richiesta» di estradizione, fra quella che sta presentando la Svezia e quella presentata, a suo tempo, dagli Stati Uniti, avrà la precedenza».
Ma, intanto, il vice procuratore capo svedese, Eva-Marie Persson, ha già fatto sapere che la Svezia riaprirà un’indagine preliminare su una delle accuse di stupro lanciate contro il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange, indagine che era stata abbandonata nel 2017.
Attualmente Assange si trova agli arresti nel Regno Unito dall’11 aprile dopo l’espulsione dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove si era rifugiato nel 2012 proprio per evitare l’arresto e l’estradizione in Svezia.
Eva-Marie Persson, vice procuratore capo, ha detto che, dal momento che l’australiano non si trova più presso la sede diplomatica, è possibile portare nuovamente avanti le indagini: «Per l’accusa di stupro la legge svedese ha dei tempi di prescrizione di 10 anni, quindi non prima dell’agosto 2020.
La decisione di Persson è arrivata in seguito alla richiesta presentata dall’avvocato Elisabeth Massi Fritz, che rappresenta una donna che sostiene di essere stata violentata dal giornalista australiano durante una visita in Svezia nel 2010. Accuse che Assange ha sempre negato.
Nel corso di una conferenza stampa, il procuratore ha detto che «a breve» presenterà una domanda presso il Tribunale distrettuale di Uppsala, a nord di Stoccolma.
Il presunto crimine si sarebbe, verificato nel Comune di Enkoping, che fa parte della giurisdizione del Tribunale di Uppsala.
Persson sta anche programmando di presentare un mandato di cattura europeo per richiedere l’estradizione di Assange in Svezia dopo che il fondatore di Wikileaks avrà scontato la condanna in Gran Bretagna per violazione della libertà su cauzione.
«In diverse occasioni» i tribunali svedesi «hanno esaminato la questione della detenzione». E hanno concluso che «c’è ancora una probabile causa per sospettare che Assange abbia commesso uno stupro il 17 agosto 2010».
«Dopo che Assange ha lasciato l‘ambasciata ecuadoriana, le circostanze in questo caso sono cambiate», ha detto ancora Persson, annunciando che avrebbe cercato di condurre l’interrogatorio del 47enne hacker mentre si trova ancora in Gran Bretagna, possibilmente tramite videolink, ma non poteva dare una data.
Infine, come detto, dal momento che anche gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione di Assange, toccherà «alle autorità britanniche stabilire quale richiesta avrà la precedenza.