Altro che fascismo, io epurata per volere dell’intellighenzia di sinistra: parla l’autrice del libro su Salvini
Adesso a parlare è Chiara Giannini, autrice del libro Io Sono Matteo Salvini, pubblicato da Altaforte Edizione, casa editrice esclusa dal Salone del Libro. La giornalista e scrittrice che ha pubblicato per la casa editrice “incriminata” e bandita dalla kermesse torinese il volume-intervista al ministro dell’Interno non ci sta: e dopo giorni di polemiche e recriminazioni, prova a dire la sua e parla di una lista di proscrizione che…
Ma quale apologia di fascismo: sono stata censurata per attaccare Salvini
«Il mio è un libro normalissimo, non parla di fascismo, io sono una giornalista apolitica che ha lavorato per giornali di sinistra, di destra, di centro, anche di gossip. Non capisco perché censurare il mio libro. E una polemica sterile e vergognosa». Così Chiara Giannini, autrice del libro Io Sono Matteo Salvini, pubblicato da Altaforte Edizione, casa editrice esclusa dal Salone del Libro. «La polemica su Altaforte, ricostruisce la Giannini, si è scatenata prima delle dichiarazioni di Francesco Polacchi (editore di Altaforte ndr), penso sia semplicemente un attacco strumentale al ministro Matteo Salvini, che si è fidato di me». «Il ministro dell’Interno è un uomo molto aperto di mentalità – aggiunge poi la giornalista –, l’ho visto qualche giorno fa durante un comizio in Toscana, ci siamo salutati come sempre ma non abbiamo parlato del libro». Del resto, «quando ho fatto la richiesta ai suoi più stretti collaboratori di poter pubblicare il libro-intervista – spiega ancora l’autrice – ho inviato una mail dicendo che l’avrei fatto con Altaforte. Il ministro non ha rilasciato un’intervista alla casa editrice, ma a Chiara Giannini come ha fatto tante altre volte in questi anni. L’ho intervistato prima per Libero, con cui lavoravo, e quindi per Il Giornale numerose volte, lui si è fidato di me». quindi, togliendosi qualche altro sassolino dalla scarpa, aggiunge pure: «E poi, per quanto riguarda Casapound non mi sembra sia un partito illegale».
Qualcuno dell’intellighenzia dem ha fatto una sorta di lista di epurazione che…
Ma c’è di più: «Qualcuno dell’intellighenzia di sinistra italiana mi ha criticato – racconta a stretto giro la Giannini ripercorrendo le tappe della sua vicissitudine editoriale – Christian Raimo (consulente del Salone dimessosi nei giorni scorsi, ndr) ha fatto una sorta di lista di epurazione di alcuni colleghi che sono del tutto indipendenti – ha spiegato ancora Giannini –. La decisione di estromettere Altaforte viene da alcune persone di quell’ambiente che si sono schierate. Credo ci sia una piccola minoranza in Italia che non si vuole rendere conto che è finita l’età dell’imposizione culturale di un certo tipo, c’è libertà di stampa e opinione», ha quindi asserito perentoriamente la Giannini. Che, non ancora paga, commenta dicendo quanto a sua detta sia «gravissimo vietare la presentazione di un libro e censurarlo». Del resto, aggiunge poi la scrittrice, «quando si arriva a bruciare un libro come all’epoca dei roghi vuol dire che abbiamo fatto davvero tanti passi indietro». In fin dei conti, prova a tirare le somme la Giannini, «non ho fatto niente di male, ho semplicemente pubblicato un libro con una casa editrice che può piacere o non piacere». Quanto al reato di apologia di fascismo, conclude quindi la giornalista e scrittrice smontando l’architettura di polemiche e recriminazioni, «non è esiste in Italia: e c’è una sentenza della Corte Costituzionale, esiste semmai il reato di ricostituzione del passato partito fascista», ma non ci sembra che sia questo il caso.