Altro che elemosiniere, il Vaticano sfratta senza scrupoli i morosi quando le proprietà sono sue

16 Mag 2019 16:58 - di Carmine Crocco

Non si sono placate ancora le polemiche per il discusso gesto dell’elemosiniere del Papamonsignor Krajewski, che è intervenuto per far riattaccare la corrente elettrica, staccata per morosità,  in uno stabile occupato, L’elemosiniere del Vaticano è intervenuto per aiutare dei “bisognosi” , ancorché questi “poveracci”  occupassero abusivaamente un edificio e incoraggiando pertanto, con questo comportamento, altri, possibili abusi. Non erano però in gioco proprietà vaticane o ecclesiastiche

Guai a chi non paga

Che acaccde invece quando invece sono in gioco beni del Vaticano o di enti ecclesiastici?  Il discorso  è spesso diverso. «In molti casi – si legge sull’edizione on line del Giornale –  le parrocchie non si sono fatye troppi problemi a sgomberare i propri locali  da chi non pagava (più) l’affitto o le utenze: un sacrestano indigente, per esempio, si impiccò per la disperazione, e in altre situazioni furono cacciati senza indugi e remore anche famiglie con bambini, stranieri, associazioni benefiche e anche una scuola media» Diversi sono i casi in giro per l’Italia . «Era il 2011 quando a Grosseto una 23enne incinta e all’ottavo mese, venne sfrattata da un albergo di proprietà della curia, insieme ad altre famiglie in difficoltà economica. La giovane, tra l’altro, perse drammaticamente il figlio che portava in grembo Sempre in Toscana, ma a Prato, a fine 2015, la curia allontanò un pensionato 65enne che viveva da quattro anni nel complesso parrocchiale, svolgendo i compiti del sacrestano. Lui, senza soldi in tasca, si vide recapitare una lettera che lo invitava ad andarsene entro una settimana: disperato, si tolse la vita».

Dov’era l’elemosiniere?

«Nel 2013 – si legge ancora su il Giornale – a Napoli l’Arciconfraternita dei pellegrini decise per lo sfratto per morosità un nucleo familiare di sette persone, finito poi in mezzo alla strada. Ad Amalfi, nel 2015, la curia arcivescovile cacciò dai suoi muri un centro anti-diabete che assisteva 400 pazienti, per poi dare in affitto la proprietà a uno studio legale». Infine, clamorosa la vicenda della “Banca degli abiti” di Salerno, «struttura che assiste poveri e senza tetto dando loro vestiti con i quali coprirsi e scaldarsi, sfrattata dalla sede che occupava della parrocchia Maria Santissima della Medaglia Miracolosa». Dov’era l’elemosiniere in tutti questi casi?

 

Commenti

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  • giuseppe 16 Maggio 2019

    Ma mandateli affanculo, se la chiesa è questa cosa vogliono dagli italiani !!!