Aiuto, i francesi vogliono anche il nostro parmigiano. Lactalis si fa avanti ma la politica è distratta…
Aiuto, i francesi vogliono rubarci il parmigiano, prodotto d’eccellenza del nostro agro-alimentare. Si fa avanti la francese Lactalis, infatti, come nuovo investitore per la Nuova Castelli, società di Reggio Emilia fondata nel 1892 che, con circa 500 milioni di ricavi è leader nella distribuzione dei formaggi Dop italiani, oltre che principale esportatore di Parmigiano reggiano. Indiscrezioni danno la multinazionale francese interessata alla acquisizione, una notizia che agita la Coldiretti.
“Fermare la svendita del Parmigiano Reggiano – afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – ai francesi per non ripetere gli stessi errori commessi in passato con la cessione della Parmalat alla Lactalis”. Da notare che la multinazionale francese Lactalis ha già acquisito i marchi nazionali Parmalat, Locatelli, Invernizzi, Galbani e Cadermartori e detiene circa 1/3 del mercato nazionale in comparti strategici del settore lattiero caseario. “La difesa dei marchi storici – afferma Prandini – è necessaria perché spesso è il primo passo della delocalizzazione che si realizza con lo spostamento all’estero delle fonti di approvvigionamento della materia prima agricola e con la chiusura degli stabilimenti e il trasferimento dei posti di lavoro fuori dai confini nazionali”. In questo caso, conclude Prandini, “l’interesse nazionale è anche legato alla tutela delle denominazioni dalle falsificazioni che si moltiplicano nei diversi continenti”.
L’assessore lombardo all’Agricoltura Fabio Rolfi esprime “preoccupazione” in merito alla notizia di una trattativa in corso per l’acquisizione da parte della multinazionale francese Lactalis della Nuova Castelli. E lo stesso fa Maurizio Gasparri: “Il mondo politico – afferma – deve raccogliere senza esitazioni il grido d’allarme, lanciato dal presidente della Coldiretti Prandini, sull’aggressione commerciale francese, in particolare da parte di Lactalis, al parmigiano italiano. Bisogna salvaguardare una nostra produzione di qualità. Acquisizioni anomale potrebbero, in prospettiva, anche modificare i processi produttivi e di conseguenza i livelli di qualità. La tutela dei nostri mercati, dei nostri prodotti è una priorità”. “L’attuale governo – aggiunge – è totalmente distratto da questa vicenda. Anzi, sta svendendo l’Italia alla Cina, cedendo porti, infrastrutture e preparando la vendita della nostra nazione a una potenza che vuole imporre la propria egemonia. Difendere l’Italia e i suoi prodotti è un’assoluta priorità”.