A Bruxelles si aprono le danze per la nomina della nuova Commissione Europea: le poltrone-chiave

29 Mag 2019 11:20 - di Caterina Ronchieri
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A Bruxelles si sono ufficialmente aperte le danze per la nomina della nuova Commissione Europea, ci sono tutte le poltrone chiave da riempire. Presidente della Commissione, del Parlamento, del Consiglio Europeo, Presidente della Banca Centrale Europea, e i Commissari. Sono molti i tasselli che devono arrivare ad incastrarsi, tenendo presente che le nomine devono rispecchiare gli equilibri europei, attraverso una specie di manuale Cencelli comunitario. Serve un’adeguata e corretta rappresentazione di ogni paese, di ogni gruppo politico, di ogni nazionalità. E poi ci sono le quote di genere, e da quella parti sono cose serie.

L’isolamento dell’Italia

Sul piano formale, cioè a norma dei Trattati, è il nuovo presidente della Commissione a dover proporre al Parlamento la nomina dei Commissari, che devono per forza riceverne voto favorevole. Sul piano sostanziale però sono i Capi di Stato che si accordano per spartirsi le cariche in modo corrispondente all’importanza di ogni Stato Membro e della parte politica che rappresenta. Ieri a Bruxelles hanno avuto molta più importanza gli incontri bilaterali avuti prima del vertice ufficiale che il vertice stesso. E così il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non si presenta neanche ai vertici, arriva per ultimo. Nella sua agenda non c’è nemmeno un incontro. Macron ha visto tutti, uno ad uno, paesi di Visegrad inclusi.  Giuseppe Conte e Teresa May (che non vuole il Commissario per via della Brexit) sono stati gli unici due leader europei a non incontrare Junker in bilaterale. Il nostro isolamento in Europa sta diventando palese.

Le poltrone di Bruxelles

Le poltrone a Bruxelles non hanno tutte lo stesso peso, perché la divisione delle materie di competenza è determinante per stabile il valore del singolo commissario. Il Presidente del Parlamento Europeo è carica prestigiosa, visibile e ridondante, ma con pochissimi poteri effettivi. Ugualmente vale per l’Alto Rappresentante della Politica Estere dell’Unione. Pare che più ridondante sia il titolo, e meno importante sia la carica. L’Alto Rappresentante non ha nessun potere semplicemente perché la UE non ha una politica estera comune. Non ha né un soldatino né un carro armato, è un organismo sovra nazionale. I nostri prodi governanti sono bravissimi in termini di denigrazione dei partner europei e delle istituzioni comunitarie. Purtroppo si dimenticano del fatto che per ottenere buoni risultati in un conclave di 28 paesi è necessario tenere buoni rapporti con gli altri. Capire a cosa puntino, aiutarli a raggiungere i loro obiettivi per fa si che loro ti aiutino a raggiungere i tuoi.

Salvini e Di Maio chiedono un Commissario economico

I Commissari economici sono molto importanti, anche se meno visibili delle alte cariche. Salvini e Di Maio continuano a ripetere di volere un Commissario economico, lo pretendono. Pur avendo sforato ogni regola di bilancio e avendo aperto la strada alla prima procedura di infrazione per violazione del rapporto deficit/pil mai verificatasi contro l’italia.
Il nostro paese è l’unico dell’Eurozona con un’economia stagnante, misure di carattere assistenziale come il reddito di cittadinanza fanno aumentare la spesa pubblica senza produrre sviluppo. In un anno di Governo hanno portato la crescita del Paese a zero. Diverso sarebbe se quei denari fossero utilizzati per detassare il lavoro, per esempio, misure che Bruxelles gradirebbe perché volano di crescita economica. Noi ci sediamo al tavolo negoziale senza intrattenere rapporti bilaterali adeguati con i nostri alleati storici. Con il debito pubblico più alto d’Europa e un’economia quasi ferma. E “battiamo i pugni” per un commissario economico. Come se chiedessimo di mettere il lupo nel recinto a controllare le pecore. Con queste premesse saremmo fortunati se al posto delle tre poltrone di peso che abbiamo adesso – Draghi alla BCE, Tajani all’Europarlamento e Mogherini Alto Rappresentante- ne prendessimo una sola di peso. Ai piani alti sussurrano che saremmo già fortunati a beccarci il portafoglio cultura, altro che affari economici.

Come far pesare il voto italiano

Da queste nomine dipenderanno l’assetto e la legislazione europea dei prossimo anni, non è faccenda che possa essere liquidata con un post su fb. Né i 5 stelle né la Lega appartengono a quelle famiglie politiche europee che si spartiranno le cariche principali. Se a questo aggiungiamo un disastro nei conti pubblici, gli insulti ai nostri alleati e la mancanza anche solo della minima volontà negoziale, dimostrata ieri dal Presidente Conte attraverso la sua palese assenza ai pre-vertici, le cose non si mettono bene. Gli altri paesi avranno bisogno del voto dell’Italia per eleggere i loro rappresentanti. Dobbiamo essere certi di far pesare il nostro voto di appoggio e di averne in cambio un altro.

Commenti

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  • Leo Grellede 30 Maggio 2019

    Si tratta di uno scenario che non puo’ dirsi inaspettato. Qui sta la forza politica, dimostrata nei fatti da Nigel Farage, sbeffeggiato all’interno delle istituzioni europee ed oggi a capo del primo partito in UK. Il nostro peso è molto rilevante, maggiore di altri Paesi. Se battiamo i pugni verranno incontro all’Italia. Uno stallo o la minaccia di giochetti come lo spread potrebbero dare un colpo non riparabile ai papponi euromani. Sono i primi a voler mantenere il carrozzone.
    Questa è una partita decisiva, per noi e per altri Paesi che come noi non vogliono fare i “camerieri dei banchieri” europei

  • 30 Maggio 2019

    Povera Italia,con questi governanti da repubblica delle banane non ci si può aspettare di meglio.
    Già eravamo succubi con i vecchi governi sinistroidi;con questo si è raggiunto l’assoluta ignoranza della nostra esistenza.