“Voi e Salvini dovete morire tutti…”. Così il senegalese ai poliziotti di Torino

24 Apr 2019 19:56 - di Redazione

Emergono nuovi dettagli sul senegalese che a Pasqua ha aggredito due agenti a Torino gridando Allah Akbar. L’immigrato, che era già stato arrestato il 29 marzo per un’analoga aggressione ad altri agenti, aveva insultato e minacciato gli agenti.

Come risulta dal verbale, prodotto dal quotidiano Il Giornale, Ndiaye Migui, senegalese di 29 anni, ha gridato di tutto insultando senza ritegno l’Italia, gli italiani, Salvini e gli agenti. Quello che emerge dalla “annotazione” sul fermo di marzo ha dell’incredibile.

«In Questura, pur capendo perfettamente l’italiano – racconta il capopattuglia in una lettera aperta a un giornale – si rifiutava categoricamente di declinare le proprie generalità mettendo in atto un susseguirsi di insulti contro Salvini, la Polizia di Statio e il sottoscritto. Messa in atto un’opera di convincimento verbale con tutta la gentilezza di questo mondo mia e del collega, l’egregio Senegalese all atto del fotosegnalamento ha pensato bene di opporsi al rilievo delle sue impronte beffeggiando me e il collega».

Devono sforzarsi per rimanere “indifferenti” alla pioggia di insulti che Ndiaye Migui vomita loro addosso. “Io non vi do le mie impronte – ripete “continuamente” il senegalese – fanculo voi, l’Italia e la polizia. Salvini è un bastardo e deve morire”. Poi l’anatema finale: “Dovete morire tutti”.

Il risultato? Lo racconta ancora il capopattuglia. Gli agenti lo avevano arrestato per resistenza, senza però riuscire ad identificarlo. E senza impronte non è possibile rinchiudere un soggetto nelle camere di sicurezza. Sarebbe bastato un fotosegnalamento coattivo, ma il pm di turno si è opposto: «Sarebbe tortura». E ne ha disposto l’immediato rilascio. «Tali disposizioni, seguiti alla lettera e scrupolosamente indicate in maniera molto dettagliata nell’annotazione di servizio, ha creato sdegno e l’ormai conclamato senso di impotenza davanti a tali abusi», racconta l’agente che chiosa amaro: «Il risultato è stato 8 punti di sutura al collega che stava facendo il suo lavoro in un giorno di festa». E il senegalese libero di aggredire altri due agenti, pochi giorni più tardi.

Commenti

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  • Filippo 24 Aprile 2019

    Libero ????????
    ma come siamo mal ridotti, se io facessi lo stesso in Francia avrei preso cosi tante botte che la metà bastava
    Povera Italia