“Voi e Salvini dovete morire tutti…”. Così il senegalese ai poliziotti di Torino
Emergono nuovi dettagli sul senegalese che a Pasqua ha aggredito due agenti a Torino gridando Allah Akbar. L’immigrato, che era già stato arrestato il 29 marzo per un’analoga aggressione ad altri agenti, aveva insultato e minacciato gli agenti.
Come risulta dal verbale, prodotto dal quotidiano Il Giornale, Ndiaye Migui, senegalese di 29 anni, ha gridato di tutto insultando senza ritegno l’Italia, gli italiani, Salvini e gli agenti. Quello che emerge dalla “annotazione” sul fermo di marzo ha dell’incredibile.
«In Questura, pur capendo perfettamente l’italiano – racconta il capopattuglia in una lettera aperta a un giornale – si rifiutava categoricamente di declinare le proprie generalità mettendo in atto un susseguirsi di insulti contro Salvini, la Polizia di Statio e il sottoscritto. Messa in atto un’opera di convincimento verbale con tutta la gentilezza di questo mondo mia e del collega, l’egregio Senegalese all atto del fotosegnalamento ha pensato bene di opporsi al rilievo delle sue impronte beffeggiando me e il collega».
Devono sforzarsi per rimanere “indifferenti” alla pioggia di insulti che Ndiaye Migui vomita loro addosso. “Io non vi do le mie impronte – ripete “continuamente” il senegalese – fanculo voi, l’Italia e la polizia. Salvini è un bastardo e deve morire”. Poi l’anatema finale: “Dovete morire tutti”.
Il risultato? Lo racconta ancora il capopattuglia. Gli agenti lo avevano arrestato per resistenza, senza però riuscire ad identificarlo. E senza impronte non è possibile rinchiudere un soggetto nelle camere di sicurezza. Sarebbe bastato un fotosegnalamento coattivo, ma il pm di turno si è opposto: «Sarebbe tortura». E ne ha disposto l’immediato rilascio. «Tali disposizioni, seguiti alla lettera e scrupolosamente indicate in maniera molto dettagliata nell’annotazione di servizio, ha creato sdegno e l’ormai conclamato senso di impotenza davanti a tali abusi», racconta l’agente che chiosa amaro: «Il risultato è stato 8 punti di sutura al collega che stava facendo il suo lavoro in un giorno di festa». E il senegalese libero di aggredire altri due agenti, pochi giorni più tardi.
Libero ????????
ma come siamo mal ridotti, se io facessi lo stesso in Francia avrei preso cosi tante botte che la metà bastava
Povera Italia