Una speranza contro il Parkinson: una stimolazione elettrica ripristina i movimenti

23 Apr 2019 17:48 - di Redazione

“Ora posso camminare e posso girarmi”. Sono le parole di Gail Jardine, una paziente inglese di 66 anni colpita da Parkinson, che ha sperimentato il trattamento sviluppato dalla Western University (Ontario): una stimolazione elettrica cerebrale e spinale che ha ripristinato alcune facoltà motorie che la donna aveva perso. La storia di Gail Jardine è stata raccontata dalla Bbc in una breve servizio video. Mandar Jog, il ricercatore della Western University a capo dello studio pilota, ha affermato che “l’entità del beneficio del trattamento sta andando al di là dei nostri migliori auspici”. Il 25% dei pazienti colpiti da Parkinson ha difficoltà a camminare man mano che la patologia degenera e spesso rischiano di cadere. Il trattamento messo a punto dai ricercatori è una elettro-stimolazione cerebrale e spinale che viene monitorata grazie a una speciale tuta dove sono concentrati, in punti strategici, molti sensori per seguire in remoto gli effetti della stimolazione sul cervello e sul corpo. In chi ha il Parkinson da oltre 10 anni, alcune parti del cervello coinvolte nel movimento non comunicano più correttamente con il resto del corpo “ma tre mesi dopo la stimolazione quelle stesse zone sono tornate a funzionare”, evidenzia Jog.

La convinzione dei ricercatori è che l’impianto sviluppato sia in grado di “potenziare i segnali del cervello” coinvolti nel processo di deambulazione ma “danneggiati dalla malattia”. La sorpresa degli scienziati è aver visto su Gail Jardine come i risultati positivi del trattamento siano “durati a lungo ed evidenziano che ha funzionato anche quando è stato spento”. Secondo Beckie Port, responsabile ricerca del Parkinson’s UK, l’assocazione che si batte per la cura e l’assistenza dei pazienti, “i risultati di questo piccolo studio pilota sono molto promettenti e il trattamento merita sicuramente ulteriori indagini. Se le ricerche future confermassero questi risultati, il trattamento – conclude – ha il potenziale per migliorare drasticamente la qualità della vita dei pazienti sopratutto nelle loro attività quotidiane”.

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