Tria allo scontro finale: «Contro di me attacchi spazzatura e intimidazioni dai 5s»

3 Apr 2019 9:52 - di Gabriele Alberti

Resta alta la tensione nel governo per il caso Tria. Il ministro dell’Economia  si trova nuovamente nel mirino, con le pressioni di Lega e M5S per la firma dei rimborsi ai risparmiatori truffati e le critiche per la collaboratrice Bugno. E gli esiti del duello tra esecutivo e Mef possono essere imprevedibili. Usa parole durissime contro i 5 Stelle e parla di un vero e proprio “assalto” personale  subito  da parte del Movimento di Di Maio, Tria,  in un’intervista sul Corriere della Sera, un vero e proprio sfogo contro gli “stalker” dei ciquestelle: «Ho subito un attacco spazzatura sul piano personale. Le cose possono apparire molto diverse a seconda di come si presentano». «Ci sono violazioni della privacy. Mi chiedo chi è che passa ai giornalisti queste cose», aggiunge rispondendo alle accuse di favoritismo alla sua collaboratrice Claudia Bugno. La diffidenza dei 5 Stelle verso Giovanni Tria si è radicata giorno dopo giorno nei mesi di governo, con le resistenze del ministro dell’Economia ad alcune delle richieste del Movimento. Ora sembrerebe arrivato il “redde rationem”.

Sull’ipotesi che qualcuno voglia costringerlo alle dimissioni Tria replica, però, che si tratta di «sciocchezze. Se andassi via dovremmo vedere quale sarebbe la reazione dei mercati». E sulle pressioni per i rimborsi ai risparmiatori delle banche e altri dossier caldi, Tria dice: «L’intimidazione non passa. Forse ci sono interessi più grandi di quelli di cui io stesso mi renda conto».

Braccio di ferro infinito tra Tria e il governo

Il braccio di ferro  in pre-consiglio dei ministri sul decreto crescita è uno dei forti motivi di attrito con il governo gialloverde. La bozza presentata dal ministero dell’economia, a quanto si apprende, è stata criticata dai tecnici di ministeri a guida M5s: mancherebbero in particolare alcune norme chieste da Luigi Di Maio. Sul punto, è la convinzione espressa da alcuni partecipanti alla riunione, serve un chiarimento politico. Il pre-consiglio si è perciò concluso con un nulla di fatto: il dl crescita tornerà all’esame in giornata. È scomparso, in particolare, il capitolo sui rimborsi per i risparmiatori coinvolti nelle crisi bancarie. Nell’ultima bozza datata 2 aprile del decreto crescita non compare più il Fir, il Fondo indennizzo risparmiatori che invece era inserito nelle precedenti versioni. Due grossi casi nei quali la posizione del ministro non è in linea con quella delle forze di maggioranza.  Sui rimborsi, da settimane Tria sta evitando di firmare il decreto sui pagamenti ai risparmiatori per una precisa ragione giuridica: rimborsare qualcuno con denaro pubblico senza una sentenza o un arbitrato che attestino la frode espone il ministro e i suoi funzionari a un rovinoso processo alla Corte dei conti.

 

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