Travaglio spinge il M5S nel baratro: fate una bella patrimoniale
Viva la patrimoniale. Ma guarda che combinazione: mentre la bandiera della tassa più odiosa e invisa agli italiani sventola dal balcone della Sinistra riunita in vista delle Europee, anche Marco Travaglio nell’editoriale sul Fatto quotidiano, si metta a discettare sullo stesso argomento. Suicidi paralleli. Viva la patrimoniale, unica misura credibile per «chi vuole fare politica seriamente e e smetterla di prendere in giro i cittadini», scrive. L’elogio della patrimoniale arriva nel bel mezzo dell’editoriale in cui il direttore del Fatto, parlando del Documento di Economia e Finanza che nel primo pomeriggio il Consiglio dei ministri varerà, si mette a ridicolizzare e a sminuire tutte le misure che tra mille contraddizioni e litigi saranno contenute nel Def.
Patrimoniale avanti tutta
Sono «le solite supercazzole sul taglio delle tasse (impossibile)», sentenzia Travaglio per il quale tutto il contenuto del documento – spending review, vendita degli immobili dello Stato, lotta all’evasione- è faccenda derubricata come “inutile”, “impossibile ”, oppure buona per ottenere “quattro spiccioli”. Patrimoniale avanti tutta, suggerisce il direttore tanto vicino al M5S, al punto da gettarlo nel baratro certo, suggerendo al movimento a una svolta tutta a sinistra. Parole testuali: «una patrimoniale sulle grandi ricchezze è doverosa, a comincire dal ripristino della tassa comunale sugli immobili oltre un certo valore ( previa riforma del catasto)».
Travaglio ci riprova
Come si metterà Di Maio? Obbedirà alla filosofia del suo antico “mentore” gettandosi a capofitto nel baratro e nella rivolta degli italiani? Travaglio è “tentatore”, anche in un editoriale dell’ottobre scorso una frase apparentemente fuori contesto, ma significativa in cui ha incoraggiato il governo ad applicare una seria tassa patrimoniale, invitava il M5S allo stesso passo cruciale.