Toti e Marsilio al Lingotto: «Il futuro del sovranismo è solo nel centrodestra»
Sul palco da una parte Giovanni Toti, governatore della Liguria. Dall’altra Marco Marsilio, governatore dell’Abruzzo. È il centrodestra che vince quello che siede sul palco di Torino. «Il populismo lo considero un merito e non un demerito se significa tradurre in proposta politica le esigenze delle persone. Qui c’è una piattaforma conservatrice e sovranista, che è il mio mondo di riferimento ma che va declinata nel centrodestra del futuro», ha ha detto Toti, nel corso del dibattito alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia. Toti ha anche riconosciuto a Fdi di essere il movimento «più aperto del centrodestra», plaudendo alla scelta di Torino come segnale di «sostegno alle imprese e allo sviluppo».
«L’Abruzzo ha segnato una svolta», ha detto a sua volta Marsilio. «Al Nord era più prevedibile la vittoria, al Centro-sud non era affatto scontata. Abbiamo dimezzato la forza elettorale del M5S grazie al lavoro e alla compattezza del centrodestra e questo è significativo». Emerge con chiarezza, aggiunge Totil, «che la politica vera è quella che si fa a contatto con la gente, sul territorio, il resto è “social”. Peraltro, con la stagione di governo i Cinquestelle hanno perso la verginità e i nodi stanno venendo al pettine».
«Non intendo lavorare per le scissioni, non lavoro per la seconda gamba ma per la prima gamba del centrodestra che oggi non ha una prospettiva nazionale, un centrodestra unito e che sta insieme su basi democratiche: chi ci sta ci sta», ha poi specificato Toti, incontrando i giornalisti al Lingotto. Toti ha auspicato un«ravvedimento operoso di Forza Italia» che partecipi al dibattito, non se ne tiri fuori e non tratti come «un sicofante frazionista, si sarebbe detto nel vecchio Pci, chi dice che le cose non vanno».